C’è un momento, durante l’estate all’italiana, in cui il concetto di decoro si scioglie come un ghiacciolo dimenticato al sole. Succede quando, terminata la giornata in spiaggia, si torna all’auto con la pelle salata, i piedi pieni di rena e ci si siede al volante esattamente come siamo usciti dal mare. Un gesto naturale e dettato dalla voglia di continuare a sentirsi senza il peso dei vestiti addosso. Eppure, tutto ciò potrebbe costare caro. L’Italia è il Paese dei guelfi e dei ghibellini, dove ci si divide per tutto in fazioni, e gli indumenti da indossare quando si guida non fanno eccezione.
Ovviamente, su tale questione non c’è pieno accordo. Ed ecco che, nelle ultime settimane, sono arrivate svariate segnalazioni da tutto lo Stivale: turisti multati per aver condotto l’auto “in modo non consono al decoro”, ovvero con il busto nudo o con il solo bikini addosso. Scene da commedia balneare, ma col finale amaro. Dunque, la domanda naturale è: è permesso guidare in costume? E soprattutto, è passibile di sanzione?
Cosa dice il Codice della Strada
Partiamo dalle certezze contenute nel Codice della Strada, che all’articolo 169 recita: “Il conducente deve avere la più ampia libertà di movimento per effettuare le manovre necessarie per la guida.” Insomma, l’abito non fa il guidatore, ma non deve intralciarlo. E qui, il bikini e il costume da bagno escono apparentemente assolti: non limitano i movimenti, non ostacolano la frenata o il cambio marcia, e non compromettono la visibilità.
Di altro avviso, tuttavia, sono i regolamenti comunali, che spesso si scagliano contro il costume al volante. Molti Comuni italiani siti in località balneari, hanno infatti emesso ordinanze per il decoro urbano, in cui si vieta di circolare – anche a bordo di un’auto – con abbigliamento considerato “succinto” o “inadeguato”. Bikini, torsi nudi, canottiere stile Miami Beach: sono tutti nel mirino. Un vigile particolarmente zelante – o semplicemente armato di regolamento – potrebbe così decidere che la guida in boxer e ciabatte leda la dignità del paesaggio urbano. E quando lo fa, non importa se una persona è sudata, stanca o a due passi da casa: la sanzione arriva inesorabile.
Non è comunque consigliabile
Eppure, al di là delle leggi scritte e delle interpretazioni locali, resta una verità concreta quanto l’asfalto bollente di agosto: guidare mezzi nudi non è una grande idea. Non solo per questioni di decoro, ma anche per motivi pratici e di sicurezza. Bisogna immagine un incidente, anche di lieve entità: la cintura di sicurezza, fedele compagna di ogni automobilista, diventa una striscia rovente contro la pelle scoperta. Una bruciatura al torace non è certo come un tatuaggio da sfoggiare in spiaggia.
E poi c’è l’aspetto assicurativo: in caso di sinistro, un abbigliamento non consono (come sono anche le ciabatte) potrebbe essere visto come comportamento negligente, dando il via a un incubo di perizie e contenziosi. Roba da rimpiangere il pareo lasciato sul sedile. La morale è che il caldo estivo invita a spogliarsi, ma la legge spinge a rivestirsi. Meglio infilare una t-shirt e un pantaloncino prima di rimettersi in marcia. Non costa nulla, protegge dal sole, evita multe e ti salva da conversazioni imbarazzanti con la Polizia Locale.