• 25 Novembre 2024 9:46

Corriere NET

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Guida alla giornata in borsa oggi 

Dic 28, 2023

AGI – Prosegue la fase rialzista dei mercati azionari in quest’ultimo scorcio di anno, poche sedute che accompagneranno i listini alla chiusura dei conti del 2023 prima della riapertura a gennaio. Ieri a Wall Street il Dow Jones è salito dello 0,3% e il Nasdaq Composite dello 0,16%. Anche lo S&P 500 ha guadagnato lo 0,14%, avvicinandosi a livelli record.

Otto degli 11 settori dell’S&P hanno chiuso in rialzo, guidati dai settori immobiliare, sanità e beni di consumo. Le aspettative di un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed nel 2024 hanno continuato a spingere al rialzo i titoli azionari, mentre l’inflazione è in calo. I mercati sono convinti che la banca centrale Usa inizierà ad allentare la politica monetaria già a marzo.

Sulla stessa lunghezza d’onda si sono posti i mercati asiatici, con Tokyo in controtendenza che ha chiuso negativa per prese di beneficio che hanno riguardato soprattutto i big del listino; il Nikkei è salito del 28% circa nel 2023, mentre il Topix del 25%. In rally Shanghai e Hong Kong rispettivamente a +1,4% e +2,8%.

Premesse positive per le borse europee, che nel pre-mercato odierno evidenziano un guadagno dei future, con il contratto sull’indice Dax di Francoforte che segna un +0,28%, mentre il Ftse 100 londinese sale dello 0,31% e l’Euro Stoxx 50 è sul +0,40%. 

Wall Street conta sul cosiddetto ‘Santa Claus Rally’ per toccare nuovi record, con i listini che a New York puntano di chiudere il 2023 con forti guadagni. L’indice S&P 500 è aumentato di oltre il 4% nel solo mese di dicembre ed è salito del 24% quest’anno e anche il Dow Jones è sulla buona strada per l’ottava settimana positiva di fila. Se la storia è indicativa, è probabile che questo slancio continui nel breve termine.

Per ‘Rally di Babbo Natalè – espressione coniata dal fondatore dello Stock Trader’s Almanac, Yale Hirsch, nel 1972 – s’intende il periodo che va dagli ultimi cinque giorni di scambi dell’anno e ai primi due del successivo. E dal 1969 a oggi, in questo periodo lo S&P 500 ha guadagnato in media l’1,3%, secondo i dati dello Stock Trader’s Almanac.

Guadagni che sono attribuiti alla predisposizione all’acquisto del periodo e in generale al sentiment da clima natalizio. Anche l’obbligazionario va in rally, con il rendimento del Treasury a 10 anni sui minimi dell’anno intorno al 3,8% e il 2 anni al 4,4%. Per il 2024 l’amministratore delegato uscente di Morgan Stanley, James Gorman, ritiene che i mercati finanziari “decolleranno” una volta che gli investitori saranno sicuri che la Federal Reserve avrà finito di alzare i tassi di interesse.

La settimana ‘corta’ di fine anno sarà scarna di dati macro per le festività natalizie. L’unico dato rilevante sarà quello di venerdì sull’inflazione preliminare di dicembre della Spagna con quello delle altre economie dell’Eurozona in calendario nella prima settimana del prossimo anno. Non è escluso un lieve rialzo rispetto al dato precedente a causa principalmente di un effetto di confronto positivo.

Oggi dagli Usa arrivano i consueti dati sui sussidi di disoccupazione, che resteranno ancora una volta sopra le 200.000 unità, e alcuni indici regionali sul settore manifatturiero. A muoversi in questi giorni sono anche i prezzi del petrolio, che tornano a salire e recuperano alcune perdite di ieri, mentre aumentano le incertezze geopolitiche in Medio Oriente.

In avvio sui mercati asiatici, i future sul Wti salgono dello 0,25% a 74,3 dollari al barile, quelli sul Brent avanzano dello 0,40% a 79,86 dollari. Gli analisti hanno valutato la prospettiva di una prolungata campagna militare israeliana a Gaza e il crescente coinvolgimento dell’Iran nel conflitto. Le aspettative che la Fed inizi a tagliare i tassi il prossimo anno hanno inoltre rafforzato le prospettive di crescita globale e di domanda di energia, aumentando il sentiment rialzista.

Ieri i prezzi del greggio sono crollati di quasi il 2% dopo che le principali compagnie di navigazione hanno dichiarato di voler tornare sulla rotta del Mar Rosso in seguito alla formazione della task force marittima internazionale guidata dagli Stati Uniti, incaricata di proteggere le navi commerciali nell’area. 

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