• 20 Settembre 2024 15:19

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Guida alla giornata in Borsa

Nov 24, 2023

AGI – I mercati si sono un po’ indeboliti, anche se a novembre chiuderanno positivi, dopo tre mesi consecutivi in ribasso. I volumi degli scambi sono contenuti dopo la chiusura di Wall Street di ieri per il Thanksgiving e in attesa di un’apertura a mezzo servizio oggi per il Black Friday. Intanto in Asia i listini arretrano, con l’esclusione di Tokyo, mentre a Wall Street e in Europa i future sono poco mossi, sulla scia dei deboli segnali economici provenienti dal Giappone e dall’Eurozona e in attesa delle letture odierne dei Pmi Usa.

La previsione è che il manifatturiero dovrebbe peggiorare e tornare sotto i 50 punti e i servizi restare in contrazione. Nel frattempo in Asia i prezzi del petrolio tornano a scendere, dopo essere calati quasi ai minimi da 4 mesi, per colpa del rinvio dal 26 al 30 novembre della riunione dell’Opec+, con il Wti poco sopra quota 76 dollari e il Brent sotto gli 82 dollari.

Sul fronte valutario le monete asiatiche si sono mantenute in un range ristretto mentre il biglietto verde si è mosso poco a causa della festività Usa e in attesa dei Pmi a stelle e strisce. La maggior parte delle valute regionali erano destinate a registrare dei guadagni settimanali in un contesto di crescente convinzione che i tassi sono arrivari al picco e che la Fed resterà ferma a dicembre.

Tuttavia il dollaro si è un po’ rinvigorito dopo i verbali della Fed, da cui trapela che i banchieri centrali non smettono di tenere alta la guardia, avvertendo che potrebbero aumentare il costo del denaro se l’inflazione dovesse rialzare la testa.

Tuttavia i trader continuano ad aspettarsi che i tagli dei tassi da parte della Fed possono iniziare a maggio del prossimo anno. A rafforzare il dollaro e ad indebolire un po’ le Borse ci hanno pensato anche i deboli Pmi della zona euro e del Giappone, che hanno indebolito le prospettive dell’economia globale.

Oggi in Asia Hong Kong arretra dell’1,65% e Shanghai va giù di oltre mezzo punto percentuale, per la debolezza del comparto dei beni di lusso e dei titoli immobiliari, anche se Pechino sta preparando una lista di sviluppatori da aiutare finanziariamente. In calo dello 0,5% anche Seul, mentre Tokyo ha chiuso in rialzo di oltre mezzo punto percentuale, dopo i dati sull’inflazione nipponica, che a ottobre è salita leggermente, rafforzando l’aspettativa che la Boj possa affrettarsi a cambiare la sua politica monetaria ultra-accomodante.

A Wall Street i future sono piatti e quelli sull’Euro Stoxx 50 sono sotto la parità, dopo che ieri le Borse europee, orfane dei listini newyorkesi,si sono rafforzate, sulla scia delle minute della Bce. Il Consiglio ha votato all’unanimità per il mantenimento dei tassi di interesse ai livelli attuali ma ha anche subordinato le prossime decisioni in tema di politica monetaria ai dati macroeconomici, dichiarandosi inoltre pronto ad un eventuale rialzo se fosse necessario.

Milano ha recuperato le perdite iniziali e ha segnato un +0,28%, Francoforte ha registrato un progresso dello 0,23%, Parigi è avanzata dello 0,24% e anche Londra, pur scontando la rimonta della sterlina, dopo un Pmi composito leggermente sopra i 50 punti in Gran Bretagna, ha guadagnato lo 0,19%.

A tenere bassi i listini del Vecchio Continente ci ha pensato invece l’inattesa vittoria elettorale dell’estrema destra in Olanda, un’onda sismica che rischia di propagarsi e che potrebbe porre seri problemi all’Europa. L’ultradestra del leader islamofobo, Geert Wilders, che da anni vive sotto scorta, ha vinto le elezioni anticipate olandesi, con il 23,5% dei voti e tra i capisaldi del pensiero di Wilders c’e’ uno spiccato euroscetticismo.

Inoltre il suo partito ha vinto mettendo al centro della sua politica il tema immigrazione: l’Olanda nel 2022 ha dovuto fronteggiare flussi senza precedenti di migranti, anche per l’arrivo dei rifugiati ucraini. E questo ha consentito all’estrema destra di fare il pieno dei voti degli indecisi. Intanto in Medio Oriente un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi tra Israele e Hamas entrerà in vigore oggi.

Lo ha annunciato il governo del Qatar, dopo che l’accordo tanto atteso e’ stato ritardato di un giorno. Il cessate il fuoco durera’ 4 giorni e il primo gruppo di ostaggi, composto da 13 donne e bambini, sara’ rilasciato nel pomeriggio, in cambio di 39 prigionieri palestinesi. Al termine dei 4 giorni di tregua l’intesa prevede che Hamas liberi 50 ostaggi e Tel Aviv rilasci di 150 prigionieri palestinesi. Intanto il Financial Times rivela che l’intelligence dell’esercito israeliano, settimane prima dell’inzio delle ostilità, ha liquidato come uno “scenario immaginario” un avvertimento dettagliato di sentinelle poste al confine con Gaza, che prevedeva il raid di Hamas del 7 ottobre. – 

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