• 3 Febbraio 2025 11:53

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Guida alla giornata in Borsa (3 febbraio)

Feb 3, 2025

AGI – Il dollaro sale, i mercati azionari arretrano e i rendimenti dei Treasury si sono consolidati, mentre il prezzo del petrolio si è rafforzato, dopo che Donald Trump sabato scorso ha imposto tariffe del 25% su tutte le importazioni dal Messico e dal Canada e del 10% su quelle cinesi, concedendo uno sconto solo per il petrolio canadese che rincarerà meno del 10%. Intanto il prezzo del bitcoin è sceso sotto i 100.000 dollari, per colpa dei rincari tariffari che stanno scuotendo i mercati. “C’era un certo ottimismo tra gli investitori nel ritenere che le minacce tariffarie sarebbero cresciute in modo negoziato, ma il mercato potrebbe aver sottovalutato la determinazione dell’amministrazione Trump”, ha commentato Jason Lui, chief strategist di BNP Paribas.

 

Oggi in Asia il dollaro statunitense è salito di oltre l’1% percento rispetto a un paniere di valute, portando il dollaro canadese al livello piu’ basso dal 2003, la valuta messicana è scivolata di oltre il 2% e l’euro piu’ dell’1%, mentre lo yen è arretrato e il renminbi offshore cinese, che viene scambiato liberamente, è scivolato fino allo 0,7% sul biglietto verde. “Una posizione lunga sul dollaro è l’espressione più pulita e chiara della guerra commerciale che ora viene lanciata” ha detto Eric Winograd, economista capo di Alliance Bernstein, mentre più in generale gli economisti avvertono che e’ probabile che i dazi accelerino l’inflazione a stelle e strisce, il che ha mandato il tasso sui Treasury a 2 anni sopra al 4,2% mantenendo il 10 anni oltre quota 4,5%. Anche i prezzi del petrolio sono aumentati nelle prime contrattazioni asiatiche, con i future sul Brent in rialzo di oltre 76 dollari al barile e quelli sul Wti che balzano quasi del 2% vicino a 74 dollari.

 

Intanto oggi le Borse di Tokyo e di Seul crollano quasi del 3%, mentre vengono penalizzate soprattutto le case automobilistiche e in particolare quelle giapponesi e sudcoreane e i loro fornitori, che hanno sedi in Messico e da tempo esportano negli Stati Uniti le loro auto. Più nel dettaglio Nissan, che ha due stabilimenti in Messico, dove produce i modelli Sentra, Versa e Kicks per il mercato statunitense, è scesa di oltre il 5% e Honda è crollata di oltre il 7%.

 

Il listino di Sydney è calato intorno al 2% e quello di Hong Kong è andato giù di un punto percentuale, mentre il mercato azionario della Cina continentale resterà chiuso fino a mercoledì per le festività del capodanno lunare. Oggi comunque sono usciti i dati sul Pmi manifatturiero cinese, che hanno ulteriormente smorzato il sentiment del mercato. Il Pmi manifatturiero di Caixin è cresciuto meno del previsto a gennaio, proprio causa delle preoccupazioni sui dazi doganali statunitensi, calando da 50,5 a 50,1 punti e attestandosi sotto le attese, poco sopra il limite dei 50 punti che separa le fasi di espansione da quelle di contrazione economica. Anche i Pmi della Corea sono cresciuti marginalmente a gennaio, dopo aver registrato una contrazione nel mese precedente.

 

I rincari tariffari Usa hanno immediatamente fatto scattare misure ritorsive da parte dei Paesi interessati. Il Canada e il Messico hanno annunciato l’intenzione di imporre i propri dazi sui prodotti statunitensi, mentre la Cina intende contestare le azioni degli Stati Uniti presso l’Organizzazione mondiale del commercio. Questa crescente tensione ha accresciuto le preoccupazioni per le interruzioni del commercio internazionale, il che comportera’ effetti negativi sulle economie asiatiche dipendenti dalle esportazioni e quindi in particolare su quelle del Giappone e della Corea del Sud.

 

Oggi a Wall Street i future restano nettamente in calo, con quelli sull’S&P giù del 2% e quelli sul Nasdaq a -2,5%, dopo che domenica Trump ha ammesso in un post su Truth Social, il suo social network, che ci sarebbe stato “forse” “qualche dolore” a causa dei suoi dazi. “Ma alla fine tutto ciò varrà il prezzo che dovrà essere pagato”. Anche i future sull’EuroStoxx perdono oltre il 2,5%, mentre Trump ha ribadito che i prodotti europei saranno colpiti “molto presto” dai dazi doganali americani. Il presidente americano lo ha ripetuto alla stampa, spiegando che “gli europei si stanno davvero approfittando di noi, con loro abbiamo un deficit di 300 miliardi di dollari“. Intanto per i mercati si prepara un’ottava ricca di importanti dati macro, soprattutto negli Stati Uniti, dove verranno pubblicati gli indici Ism e i dati sul mercato del lavoro.

 

Più nel dettaglio oggi uscirà l’Ism manifatturiero a stelle e strisce, mercoledì quello servizi e venerdì i dati sull’occupazione americana. Questi ultimi, qualora dovessero risultare più forti delle attese, potrebbero portare il mercato a posticipare ulteriormente la data del prossimo taglio Fed, attualmente prezzato per giugno. Da monitorare sempre oggi il dato relativo all’inflazione di gennaio dell’Eurozona, che potrebbe risultare al di sotto delle attese, soprattutto nella componente core, viste le deboli indicazioni giunte nell’ottava appena trascorsa, dalle letture di Francia e Germania. In Eurozona, avremo invece giovedì la pubblicazione degli ordinativi industriali e venerdi’ i dati della produzione industriale tedesca, importanti per valutare se vi sarà qualche timido segnale di miglioramento dalla prima economia europea.

 

Dal fronte banche centrali, si riuniranno diversi istituti, tra cui il principale sarà giovedì la Bank of England. Il mercato si attende da parte della BoE un taglio di 25 punti base, alla luce del recente indebolimento della dinamica inflattiva e vedremo se il Governatore, Andrew Bailey offrirà indicazioni su quanto l’Istituto intende ridurre i tassi quest’anno. Inoltre venerdì toccherà alla banca centrale indiana pronunciarsi sui tassi. Infine, volgerà al termine la stagione delle trimestrali Usa con la pubblicazione dei conti di Alphabet ed Amazon, che verranno diffusi rispettivamente domani e giovedì. E oggi il premier britannico Keir Starmer s’incontrerà informalmente col numero uno della Nato Mark Rutte per discutere della difesa europea, mentre negli Usa il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic parlerà dell’outlook economico statunitense.  

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