• 25 Novembre 2024 8:22

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Ott 10, 2023

AGI – Gli occhi degli investitori restano puntati sul nuovo conflitto in Medio Oriente e sui rischi di una guerra prolungata tra Israele e Hamas che possa allargarsi all’intera regione. L’esercito israeliano ha riferito che dall’assalto a sorpresa di Hamas di sabato ha colpito 1.707 obiettivi nella Striscia di Gaza. I morti in Israele sono più di 900, mentre le persone uccise nella Striscia ammontano a oltre 687, tra cui 140 bambini. I cittadini israeliani rapiti sono più di cento e sono stati trasferiti a Gaza, al momento sotto assedio. Israele ha richiamato 300.000 riservisti mentre sembra prepararsi a un vasta operazione di terra.

Se da una parte l’acuirsi della tensione geopolitica in Medio Oriente aumenta l’incertezza sui mercati, dall’altra spinge gli asset considerati rifugio: oro, dollaro e bond sono balzati nelle ultime 24 ore, cosi’ come il petrolio che martedì 10 ottobre ha guadagnato quasi il 4% facendo tornare i timori di un’accelerazione dell’inflazione.

A risollevare il sentiment degli investitori ci hanno in parte pensato le parole del vicepresidente della Fed, Philip Jefferson, secondo cui l’aumento dei tassi dei Treasury rappresenta un potenziale ulteriore freno all’economia Usa anche se l’inflazione rimane troppo alta. In un discorso a una conferenza della National Association for Business Economics a Dallas, Jefferson ha invitato i funzionari della banca centrale a “procedere con cautela” per bilanciare il rischio di un inasprimento eccessivo.

“Guardando al futuro terrò a mente il rapporto tra l’inasprimento delle condizioni finanziarie e il rialzo dei rendimenti obbligazionari mentre valuto il percorso di politica” monetaria.

Dopo aver aumentato il tasso di riferimento dei Fed Funds di oltre cinque punti percentuali nell’ultimo anno e mezzo, la maggioranza dei banchieri centrali statunitensi nella riunione di settembre ha stimato che sarebbe stato opportuno attuare un ulteriore aumento di un quarto di punto entro la fine del 2023

Da seguire in settimana la pubblicazione dei verbali delle ultime riunioni di Fed (mercoledì) e Bce (giovedì). In particolare, le minute della banca centrale europea saranno da monitorare con attenzione, dopo che alla fine dell’ultimo meeting sono emersi rumor di membri ‘falchi’ favorevoli a un ulteriore rialzo a dicembre, qualora i salari continuassero a salire, o l’inflazione si confermasse più resiliente del previsto (cosa che peraltro non si è verificata). Intanto a Marrakesh, in Marocco, continuano le riunioni annuali della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale (Fmi).

Per l’edizione 2023, questo vertice economico, uno dei più grandi a livello internazionale, riunisce 14.000 partecipanti provenienti da tutto il mondo. In mattinata c’e’ attesa per il World Economic Outlook (Weo) e il Global Financial Stability Report, entrambi diffusi dal Fondo monetario. Sul fronte macro, faro in particolare sul dato dell’inflazione Usa di giovedi’.

La previsione è di un lieve rallentamento sia sul fronte dell’inflazione generale (dal 3,7% al 3,6%), sia per quanto riguarda i prezzi ‘core’, quelli al netto di energia e beni alimentari, che dovrebbero attestarsi al 4,1% dal 4,3% di agosto. Un dato sull’inflazione arriva anche per la Cina nella giornata di venerdì, con attese per un valore poco sopra lo zero.

Sempre venerdì in Cina, focus sui dati commerciali e sull’aggregato finanziario di settembre per avere indicazioni sul rafforzamento della seconda economia mondiale. Infine negli Usa inizia la stagione delle trimestrali al 30 settembre, con la pubblicazione dei dati relativi a colossi bancari quali Jp Morgan, Wells Fargo e Citigroup.

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