AGI – Nella giornata di lunedì 13 novembre i mercati flettono ma si mantengono prudentemente ottimisti a inizio settimana, dopo il downgrade di Moody’s sulle prospettive del credito statunitense e in attesa dei dati sull’inflazione a stelle e strisce. I titoli del Tesoro e il dollaro hanno mantenuto la calma e in Asia le Borse sono contrastate, mentre i future a Wall Street e quelli in Europa flettono, dopo il rally di venerdì scorso a New York.
Il mercato ha prestato poca attenzione all’annuncio di Moody’s nella tarda serata di venerdì di aver abbassato l’outlook sul rating del credito americano da “stabile” a “negativo”. Più in generale la settimana appena trascorsa è andata bene, a parte due inciampi: il ritorno di Jerome Powell a toni più aggressivi, per stemperare l’eccessivo ottimismo dei mercati, che si aspettavano la fine delle strette monetarie e l’asta sui Treasury trentennali Usa, che ha interrotto il rally dei mercati, facendo risalire i rendimenti dei T-bond.
Insomma, i mercati si sono ridimensionati, anche se l’hanno fatto solo per un giorno, visto che Wall Street ha chiuso l’ottava in rally, con il Nasdaq che è salito del 2,1% e l’S&P dell’1,6%. “Questo significa – spiega Vincenzo Bova, senior analist di Mps – che il sentiment resta ottimista e per correggerlo ci vuole un dato economico concreto, che riporti i mercati alla realtà, come potrebbe accadere la settimana prossima, se l’inflazione Usa dovesse restare alta”.
Riflettori puntati sull’inflazione Usa, prevista in rallentamento nella componente principale, dal 3,7% al 3,28%, mentre quella ‘core’, al netto dei beni energetici e alimentari, dovrebbe restare stabile al 4,1%. “Il mercato è ancora forte – commenta Bova – ma il dato sull’inflazione Usa arriva a inizio settimana, e quindi potrebbe essere determinante per influenzare gli investitori. Se l’inflazione resterà alta, assisteremo a una correzione negativa”.
In generale comunque “i mercati hanno raggiunto dei livelli molto alti ed è difficile che salgano ancora. Se dovessero essere delusi l’azionario scenderà parecchio, altrimenti potrebbe salire e poi tornare giù, perché il mercato è tirato e tenderà più a scendere che a salire, a maggior ragione se l’inflazione Usa resterà alta”.
Oggi in Asia i rendimenti dei Treasury mantengono le posizioni, con il 10 anni al 4,6% e il 2 anni che resta poco sopra il 5%, mentre il biglietto verde scalpita ma non piu’ di tanto, con l’euro sotto 1,07 e lo yen che resta vulnerabile a 151,76, mentre i mercati sono in guardia per un possibile intervento di Tokyo. La moneta nipponica è sotto pressione per l’aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro Usa e per il rafforzamento del dollaro.
In Asia la Borsa di Tokyo ha chiuso con il Nikkei di poco sotto la parità, mentre in Giappone i prezzi alla produzione rallentano a +0,8 a ottobre, scendendo per la prima volta da più di due anni e mezzo sotto all’1% annuale, segno che le pressioni sui costi che avevano fatto salire i prezzi per un’ampia gamma di prodotti cominciano a diminuire. Anche la Borsa di Seul in negativo, mentre Hong Kong sale e Shanghai è sulla parità dopo aver aperto bene.
A Wall Street cedono i future, cosi’ come quelli sull’EuroStoxx, in attesa dei dati sull’inflazione Usa e alla vigilia del vertice Apec sulla Cooperazione economica Asia-Pacifico, che si terrà a San Francisco, dove mercoledì s’incontreranno Joe Biden e Xi Jinping. In quell’occasione il presidente Usa chiederà al suo collega cinese di rilanciare le comunicazioni tra i due eserciti, chiuse l’anno scorso dopo che l’allora presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi aveva visitato Taiwan.
Intanto in Asia riprendono scendere i prezzi del petrolio, con i future sul Wti sopra 76 dollari e quelli sul Brent sopra quota 80 dollari, dopo che venerdì scorso entrambi gli indici avevano guadagnato quasi il 2%, poiché l’Iraq ha espresso sostegno ai tagli al petrolio da parte dell’Opec+.
Questa settimana i dati sull’inflazione saranno pubblicati mercoledì anche nel Regno Unito, dove è previsto un marcato rallentamento sia nella componente principale, sia in quella ‘core’, che dovrebbe supportare la pausa nel ciclo di rialzi della Boe. A tale proposito sarà importante monitorare domani anche i dati sul mercato del lavoro britannico, soprattutto la componente salari, considerando la loro persistenza su livelli elevati.