AGI – I mercati sono deboli, incerti e volatili in questo 21 marzo, e lo resteranno molto probabilmente anche nelle prossime due settimane, in attesa che il 2 aprile entrino in vigore i dazi “reciproci” voluti da Donald Trump. Le pressioni al ribasso si sono intensificate nelle ultime settimane dopo che una serie di indicatori economici hanno segnalato che l’economia e il sentiment dei consumatori potrebbero raffreddarsi proprio a causa dei dazi di Trump. Tuttavia l’azionario è salito in tre delle quattro sessioni precedenti, con l’indice di riferimento S&P in rialzo di oltre l’1% mercoledì dopo che la Fed ha mantenuto invariati i tassi di interesse indicando che erano probabili due tagli dei tassi di interesse di un quarto di punto più avanti quest’anno, la stessa previsione mediana di tre mesi fa. Ora i mercati stanno ancora digerendo queste notizie e oggi i mercati asiatici perdono colpi, specie quelli cinesi, che hanno innestato la retromarcia, dopo i recenti rally guidati dagli stimoli che Pechino aveva annunciato per rianimare i consumi.
A Wall Street i future sono negativi, dopo che ieri i tre indici di New York hanno chiuso leggermente in ribasso al termine di una sessione instabile. Giù anche i future sull’EuroStoxx, dopo che ieri in Europa l’euro si è indebolito e le Borse europee hanno chiuso in rosso, sulla scia delle parole della presidente della Bce, Christine Lagarde, secondo cui la guerra commerciale innescata dagli Usa può intaccare la crescita dell’Eurozona, non appena partiranno le tariffe reciproche. Secondo Lagarde, dopo il 2 di aprile “l’introduzione di dazi Usa del 25% sulle importazioni dall’Europa verso gli Stati uniti ridurranno la crescita dell’area dell’euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno”, mentre le misure di ritorsione “potrebbero aumentare questa percentuale a 0,5 punti percentuali”, anche se ha minimizzato i rischi inflazionistici, suggerendo che la Bce non avrebbe risposto con aumenti dei tassi.
Guardando all’Europa
Oggi comunque a Bruxelles proseguiranno i lavori del Consiglio Ue. Francia, Germania, Regno Unito e Paesi nordici stanno lavorando a un piano di 5 anni per spostare l’onere finanziario e militare sulle capitali europee e presentarlo agli Stati Uniti prima del vertice annuale dei leader della Nato all’Aia a giugno. Tuttavia c’è il rischio concreto che tutto il pacchetto Difesa venga di fatto spostato a giugno, quando al summit annuale della Nato si fisserà una nuova quota di spesa per la difesa: probabilmente il 3% del pil. A quel punto tutti dovranno fare i conti con la nuova situazione. Ma saranno anche passati tre mesi. Eppure, ha osservato von der Leyen, “questi sono giorni decisivi per l’Europa. Il Libro bianco sulla difesa, il nuovo piano per la sicurezza sarà al centro della discussione che avremo oggi”. Il cui esito, pero’, appare molto incerto. L’Unione va avanti nel “sostegno incrollabile” all’Ucraina ma lo fa senza l’Ungheria e avendo fissato un piano da 5 miliardi per Kiev e “Rearm” il prima possibile’.
In Asia
Sul fronte azionario oggi in Asia la Borsa di Tokyo si e’ indebolita e lo yen avanza vicino al massimo di quasi cinque mesi, dopo che i dati hanno mostrato che l’inflazione di fondo in Giappone ha raggiunto il 3% a febbraio, dando il segnale di una crescente pressione sui prezzi che rafforza le aspettative del mercato di ulteriori aumenti dei tassi di interesse. “Sebbene mercoledì il governatore Ueda abbia sottolineato molto i rischi legati alla politica commerciale degli Stati Uniti, pensiamo che si stia semplicemente coprendo le spalle, considerandola un fattore di rischio”, ha affermato Min Joo Kang, economista senior di Ing. In frenata le Borse cinesi, con Shanghai giu’ di oltre l’1% e Hong Kong piu’ del 2%, mentre Seul e Sydney avanzano leggermente.
L’oro e il petrolio
L’oro è un po’ al di sotto del massimo storico, ma è sulla buona strada per la terza settimana consecutiva di guadagni, sostenuto dalla domanda di beni rifugio. Sul fronte valutario Il dollaro si è rafforzato, mentre l’euro e il franco svizzero hanno perso colpi e la sterlina è scesa leggermente. Dal lato obbligazionario, i rendimenti dei Treasury biennali si sono mantenuti sopra al 4,2%, mentre il prezzo del petrolio in Asia è in leggero rialzo, con i future sul Wti sopra 68 dollari e quelli sul Brent sopra 72 dollari al barile, per le incertezze geopolitiche, in Medio Oriente come sul fronte ucraino. Entrambi gli indici petroliferi sono destinati a guadagni del 2% per la settimana. Questa settimana i decisori politici di tutto il mondo hanno adottato una nota cauta in una settimana piena di riunioni delle banche centrali, le quali hanno tutte messo l’accento sulla crescente incertezza nell’economia e nella politica globali.
I tassi
La Federal Reserve statunitense, la Banca del Giappone e la Banca d’Inghilterra hanno mantenuto i tassi stabili. In particolare ieri è toccato alla BoE, la quale ha lasciato invariati i tassi di interesse al 4,5%, avvertendo che l’incertezza del commercio globale si è intensificata. Il Comitato di politica monetaria della BoE ha dichiarato che si aspetta ancora un allentamento delle pressioni inflazionistiche, ma che “non si può presumere che la politica monetaria segua un percorso prestabilito nelle prossime riunioni”. Gli analisti ritengono probabile un taglio a maggio e ulteriori riduzioni ad agosto e novembre. Intanto mentre la BoE è restata ferma sui tassi, la Banca centrale svizzera ieri li ha tagliati dello 0,25% portandoli allo 0,25%, in un contesto di “grande incertezza”.
E anche la Banca del Canada ha affermato che l’incertezza sugli effetti dei dazi statunitensi l’ha costretta a modificare il modo in cui conduce la politica monetaria, rendendola meno lungimirante del solito. Il Governatore Tiff Macklem ha spiegato che “dobbiamo stabilire una politica che minimizzi il rischio. Ciò significa essere meno lungimiranti del solito finche’ la situazione non sara’ piu’ chiara”. Intanto Trump ha firmato l’attesissimo ordine esecutivo che ordina al Segretario all’Istruzione Linda McMahon di smantellare il Dipartimento dell’Istruzione, inasprendo la lotta politica sul futuro dell’agenzia.
“Sembra strano, vero? Dipartimento dell’Istruzione, lo elimineremo”, ha detto Trump giovedì, aggiungendo che sperava che McMahon sarebbe stato “il nostro ultimo segretario all’Istruzione”. Trump ha organizzato la cerimonia della firma nella Sala Est della Casa Bianca, dove i bambini delle scuole erano seduti ai banchi e sembrava che firmassero versioni in miniatura dell’ordinanza mentre il presidente firmava il documento ufficiale.