AGI – I mercati continuano a perdere colpi e annaspano per il timore di un’escalation regionale delle tensioni nella Striscia di Gaza, che Israele sta continuando a bombardare, in vista della temuta invasione di terra. A spaventare gli investitori è anche la forte svendita obbligazionaria globale che taglia le gambe alla propensione al rischio e che ha toccato il culmine dopo che il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, parlando all’Economic Club di New York, ha lasciato aperta la porta a ulteriori rialzi dei tassi quest’anno perché l’economia si è rivelata piu’ forte del previsto, ma ha anche evidenziato la necessita’ di muoversi con cautela, rimarcando il fatto che l’Inflazione “è ancora troppo alta”.
Un gran numero di alti funzionari della Fed questa settimana hanno rispecchiato la posizione di Powell, rimarcando il fatto che i dati recenti hanno evidenziato la vischiosità dell’inflazione statunitense, il vigore della sua economia e la resilienza del mercato del lavoro. Questo suggerisce che la Fed continuerà a mantenere i tassi alti per un bel po’ di tempo e ha fatto schizzare i rendimenti obbligazionari su livelli record, intorno al 5%, con il 10 anni vicino a questa quota, il 30 anni al 5,1% e il 2 anni che è volato al 5,25%, il top da 17 anni.
Oggi In Asia I listini arretrano, così come i future a Wall Street e in Europa, mentre il prezzo del petrolio ha ripreso a salire, con il Wti sopra 90 dollari e il Brent oltre quota 93 dollari al barile, dopo che ieri gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Germania hanno invitato i loro cittadini a lasciare il Libano per il timore che la guerra di Israele con Hamas possa degenerare in un conflitto regionale.
Joe Biden ha esortato il Congresso ad approvare un pacchetto di sicurezza per Israele e Ucraina di un valore che dovrebbe superare i 100 miliardi di dollari. Nel suo discorso il presidente Usa, per giustificare l’ingente esborso, ha fatto riferimento alla sicurezza nazionale, sostenendo che l’America deve superare le sue divisioni interne per proteggere due alleati vitali e preservare la leadership americana nel mondo.
In Asia, la Borsa di Tokyo arretra, dopo che a settembre l’inflazione core del Giappone è scesa sotto la soglia del 3%, per la prima volta in oltre un anno, ma è rimasta al di sopra il target della Boj, mantenendo vive le aspettative di una graduale cancellazione della sua politica monetaria ultra-espansiva. Anche Hong Kong cede e soprattutto cala Seul, che perde più dell’1% ed è tra le più penalizzate dall’impennata dei rendimenti obbligazionari globali, che sta pesantemente influendo sui titoli tecnologici, poiché la prospettiva di tassi di interesse più elevati ha diminuito l’attrattiva dei titoli growth.
L’indebolimento dei tech e dei minerari pesa anche su Sydney che arretra di oltre l’1%. Giù il listino di Shanghai, che risente delle persistenti preoccupazioni sul settore immobiliare, che rischiano di oscurare i passi in avanti dell’economia del Dragone. Oggi la Pboc, la banca centrale cinese, come previsto, ha mantenuto invariati i tassi di interesse sui principali tassi di riferimento sui prestiti.
“L’attività economica si è stabilizzata e le autorità possono ora permettersi di aspettare un po’ prima di attuare ulteriori allentamenti monetari in futuro”, hanno commentato in una nota gli analisti di TD Securities. Anche il ribasso dello yuan è stato considerato come un fattore che ha contribuito a non fare rialzare i tassi. Lo yuan si è deprezzato di oltre il 5% quest’anno rispetto al biglietto verde.
A Wall Street i future restano negativi, dopo che ieri i tre listini di New York, sulla scia delle parole di Powell e del selloff obbligazionario, hanno chiuso in rosso, con Il Dow Jones che è sceso dello 0,75%, il Nasdaq che ha perso lo 0,96% e l’S&P 500 che ha ceduto lo 0,85%. A spingere al rialzo i rendimenti a lungo termine è la consapevolezza che la Federal Reserve probabilmente manterra’ i tassi di interesse su livelli elevati il prossimo anno, ha affermato Altaf Kassam, strategist di State Street Global Advisors.
Secondo gli investitori ad aumentare la pressione al rialzo sui rendimenti dei Treasury sono anche le crescenti preoccupazioni per il deficit di bilancio annuale del governo americano di quasi 2mila miliardi di dollari, esacerbate dalla decisione di Fitch Ratings in agosto di tagliare il rating del debito americano.
Inoltre ad alimentare le paure del mercato si è aggiunta la preoccupazione per il ruolo vacante di portavoce della Camera al Congresso, poiché il repubblicano Jim Jordan non è riuscito per due volte di seguito a ottenere abbastanza voti dal suo stesso partito per assumere l’incarico e Jordan è emerso da un incontro a porte chiuse durato un’ora con i colleghi repubblicani per dire che è pronto per affrontare un terzo voto.
Intanto anche le Borse europee chiudono in rosso, mentre lo spread sale a 207 punti e il tasso sui Btp avanza oltre il 5%, con Milano a -1,38 e Londra a -1,17%, mentre anche il debito pubblico del Regno Unito ha registrato una brusca svendita dopo che l’inflazione britannica e’ rimasta stabile a settembre al 6,7%. I rendimenti dei gilt a dieci anni sono aumentati di 0,12 punti percentuali al 4,65%, mentre i gilt a due anni sensibili al tasso sono saliti al 5%.