Il ministro degli Esteri tedesco ha reso noto che “la Germania non rilascerà più alcun nuovo permesso all’esportazione di attrezzature militari che possano essere utilizzate dalla Turchia”. Il duro provvedimento preso dal governo di Berlino non è il primo embargo militare subito da Erdogan. Dall’inizio dell’offensiva nei confronti della Siria, già altri quattro Stati hanno bloccato l’esportazione di materiale bellico. I primi a condannare l’azione turca sono stati Finlandia, Norvegia e Danimarca.
Sulla scia dei Paesi scandinavi, anche i Paesi Bassi hanno sospeso la vendita di armi dopo l’attacco alla popolazione curda. La decisione è stata comunicata dal vicepremier olandese Hugo de Jonge. Il giro di affari di Amsterdam con la Turchia nel settore delle armi si aggira attorno ai 30 milioni di euro all’anno.
Ma l’offensiva di Ankara non preoccupa solo la Siria: i ministri degli Esteri della Paesi della Lega Araba, dopo una riunione di emergenza, hanno rilasciato un documento dove condannano l’offensiva turca e la definiscono “una minaccia per la sicurezza nazionale araba, così come per la pace e la sicurezza internazionali”. La Lega Araba ha fatto sapere inoltre che assumeranno “misure urgenti per far fronte all’aggressione contro la Siria, comprese la riduzione delle relazioni diplomatiche e la cessazione della cooperazione militare”.
Anche dall’Italia sono arrivate le prime aperture all’embargo militare nei confronti di Erdogan. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti su Twitter ha dichiarato: “Bisogna fermare l’invasione da parte della Turchia, siamo al fianco del popolo curdo. Il governo italiano, oltre ai provvedimenti che sta adottando, valuti subito il blocco delle esportazione delle armi”.