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Guerra di camorra alla Sanità, il questore di Napoli: “Basta paura”

Set 3, 2016

“La polizia è presente anche per consentire alla gente di superare la paura, ma chi sceglie di convivere con la paura non cambia idea perché glielo dico io. Per la millesima volta, tra l’altro”. Usa parole schiette, com’è nel suo carattere, il questore Guido Marino rispondendo a chi gli fa notare che i residenti del Rione Sanità sono ripiombati nel terrore dopo i due agguati avvenuti in poche ore. Di cui uno è costato la vita a Vittorio Vastarello. Ieri il pregiudicato di 43 anni, ferito mercoledì mattina in modo irreversibile, è morto: un proiettile gli aveva reciso l’arteria femorale.

Rispondendo sulla nuova escalation di violenza nel quartiere del centro storico, il questore non alimenta le polemiche innescate dal sindaco Luigi de Magistris sulla disattenzione del governo di Matteo Renzi in tema di sicurezza: “Io non giudico niente e nessuno” afferma Marino. E a chi bolla come inutile l’utilizzo dell’Esercito replica: “L’esercito è una risorsa, non una formula magica ma non è chiaro a nessuno”.

Per il resto il numero uno della polizia napoletana, sostiene che “per quanto riguarda il Rione Sanità, non vuole contribuire ad alimentare le chiacchiere inutili di cui siamo inondati”.

Infine, Marino liquida come “fesserie” la nota diramata dal sindacato Silp Cgil che annuncia una protesta con volantinaggio sulla sicurezza e anche la richiesta di cambiare i vertici della polizia in città. Ad annuciare la manifestazione del Sil è il segretario generale Michele Zurillo: “Confermiamo il nostro rispetto per il questore che sul piano personale ci ispira anche grandissima simpatia, in particolare per le sue doti di grande umanità, ma riteniamo che sotto il profilo operativo abbia fatto il suo tempo, per questo chiederemo al capo della polizia di fare le opportune valutazioni, anche perché deve essere rivitalizzata gran parte della dirigenza locale”.

Il sindacato dei poliziotti parla di situazione di non ritorno e giudica “completamente fallimentare l’attuale modello messo in campo” così come l’uso dei militari. Secondo Zurillo, però, le maggiori responsabilità sono del governo: “Il ministro Angelino Alfano anziché di far arrivare a Napoli i fondi necessari per la sicurezza passiva, come telecamere di nuova generazione in tutti i quartieri, si è speso per rassicurare i cittadini attraverso l’invio dei militari, che niente possono se non essere spettatori degli violenze criminali che accadono sotto i loro occhi”. A fare le spese di uno scenario che ricorda una guerra sono i residenti che da tempo chiedono interventi concreti nel quartiere. Un quartiere dove Francesco Ruotolo, attivista ed ex consigliere municipale celebra, con tanto di annuncio funebre affisso su serrande e muri, “il decimo anniversario della scomparsa della biblioteca comunale pubblica del rione Sanità, chiusa in via Pagano, ma dove sono ancora in giacenza da 3.651 giorni, 18 mila libri”. Nell’annuncio funebre segue anche l’appello a sindaco e assessori affinché la biblioteca sia restituita al rione.

Si rivolge, invece, a ministero dell’Istruzione e Regione, il presidente della III municipalità, Ivo Poggiani, per l’apertura pomeridiana di scuole nei quartieri difficili della città, come la Sanità. L’idea del presidente della municipalità, al di là dei due bandi già promossi

ma diretti a tutte le scuole della città, è quella di puntare su singoli istituti nei quartieri più complicati, e tenerli aperti con progetti ad hoc destinati non solo agli alunni dei plessi ma a tutto il quartiere. In questo modo, secondo Poggiani, si eviterebbe che un finanziamento a pioggia renda inefficace un intervento nato per aiutare le zone più a rischio. Da qui l’appello al governatore De Luca e al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.

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