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Gualtieri: “Naspi prorogata di 2 mesi, arriva l’indennizzo per colf e badanti”

Apr 28, 2020

MILANO – Nel decreto aprile “sarà prorogata di 2 mesi la Naspi a favore di coloro che hanno il sussidio di disoccupazione in scadenza” e ci sarà un indennizzo “per colf e badanti che non hanno potuto lavorare in questo periodo”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, in auduzione sul Def appena varato. Il governo – ha detto a proposito del pacchetto di interventi messi in campo fino ad oggi, insieme a quelli in dirittura di arrivo per contrastare l’emergenza economica dovuta alla crisi del coronavirus – ha messo in campo “una manovra espansiva imponente di una entità mai raggiunta dal dopoguerra ad oggi”.

Il Def – ha detto – prevede una ripresa nel 2021 che “rappresenta una valutazione prudenziale, sull’ipotesi che la crisi dell’epidemia non sia superata completamente a inizio anno”. A marzo e ad aprile, ha aggiunto, il calo del pil più Forte, ci sarà un “parziale recupero, come attenuazione del calo del prodotto, a partire da maggio” ma il “rimbalzo atteso nella seconda parte dell’anno” non consentirà “di assorbire le forti perdite”.

Rep

Sempre a proposito dei contenuti del prossimo “decreto aprile”, Gualtieri ha ribadito quanto affermato nei giorni scorsi dal premier Giuseppe Conte, spiegando che “per tutto il 2020” verrà eliminata l’Iva sulle mascherine. Per “sostenere l’azione” degli enti territoriali “in modo particolare nell’erogazione dei servizi essenziali, sarà costituito un fondo con una dotazione di 3,5 miliardi di euro in favore di comuni, province e città metropolitane, incluse le autonomie speciali”, ha spiegato il ministro “Per accelerare l’erogazione di queste somme e andare incontro alla carenza di liquidità entro pochi giorni dall’adozione del decreto sarà predisposta l’erogazione di un anticipo del 30% del fondo, parametrata alle entrate” di ciascun ente.

In arrivo anche un possibile stop a sugar e plastic tax. Sulle misure, ha detto, “è in corso la discussione, la decisione del Governo avverrà con la presentazione del decreto, che verrà poi presentato in Parlamento e verrà discusso, l’orientamento attuale è una sterilizzazione per questo anno”.

Guardando con un orizzonte più lungo il ministro ha invece sottolineato che “per stimolare la crescita agiremo

anche attraverso la previsione di specifici incentivi” destinando “parte delle maggiori risorse chieste per il 2021 e per gli anni successivi, circa 6 miliardi l’anno fino al 2031, a sostegno degli investimenti”.

Istat: debito come alla fine della Grande guerra. Ecco le categorie di lavoratori più a rischio

Sul Documento di economia e finanza sono arrivate anche le riflessioni dell’Istat. Che ha fornito un aggiornamento sulle categorie di lavoratori più coinvolte in questa emergenza sanitaria. “I lavoratori che operano nei settori aperti (quelli ancora attivi, ndr) sono molto anziani rispetto alla media, elemento di qualche interesse per le politiche di riapertura”, ha spiegato il direttore del dipartimento per la produzione statistica dell’Istat, Roberto Monducci. “La quota di occupati nei settori sospesi risulta più bassa all’aumentare dell’età del lavoratore: si passa dal 48,2% degli under24 (circa 522 mila lavoratori) al 24,5% tra gli over55 (1 milione 261 mila)”. Guardando invece alla “classificazione fornita dall’Inail sui diversi gradi di rischiosità dei settori in cui operano, emerge che gli occupati uomini nel 62,9% dei casi lavorano in settori a basso rischio, contro il 37% delle donne”.

Venendo alle conseguenze dell’emergenza sui conti pubblici, l’Istat annota che un debito pubblico, in rapporto al Pil, previsto al 155,7% nel 2020, si attesterebbe a un livello che “è stato registrato, a partire dall’Unità d’Italia, solo negli anni immediatamente successivi alla fine della Grande Guerra”. Quanto all’indebitamento netto, ha spiegato Monducci, “si attesterebbe per il 2020 al 10,4% del Pil, un livello mai più toccato dagli anni che hanno preceduto la firma del trattato di Trattato di Maastricht”. Tremendo il conto del lockdown: i settori chiusi realizzano nell’economia italiana il 41,4% del fatturato complessivo e 309 miliardi di valore aggiunto.

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