CARACAS. “Ci aspettiamo molto dall’Italia e siamo sicuri che sceglierà di stare dalla parte della gente che chiede il cambiamento. Tutto il nostro rispetto per il dibattito in corso”. Juan Guaidó, autoproclamatorsi presidente ad interim del Venezuela il 23 gennaio, ha rilasciato una lunga intervista al Tg2 lanciando un appello al nostro Paese affinché riconosca il cambiamento.
Luigi Di Maio ha subito replicato: “Il cambiamento lo decidono i venezuelani: noi siamo dalla parte della pace e della democrazia quindi dobbiamo creare i presupposti per favorire nuove elezioni. Visto che siamo già stati scottati dalle ingerenze in altri Stati, non vogliamo arrivare al punto di riconoscere soggetti che non sono stati votati. Per questo non riconosciamo neppure Maduro.”
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Venezuela, il Parlamento europeo riconosce Guaidó. Ma a Roma è lite tra M5S e Lega
di ALBERTO D’ARGENIO e CONCETTO VECCHIO
“Consiglio al sottosegretario Di Stefano di informarsi – ha detto Guaidó alla Rai – In Venezuela oggi non c’è il rischio di una seconda Libia, perchè il 90% dei venezuelani vuole il cambiamento”. Il leader dell’opposizione ha risposto alle dichiarazioni del sottosegretario agli Esteri pentastellato Manlio di Stefano a Tg2000: “L’Italia non lo riconosce. Siamo totalmente contrari al fatto che un Paese o un insieme di Paesi terzi possano determinare le politiche interne di un’altra nazione”, ha detto, rifiutando il riconoscimento di Guaidó come presidente ad interim. “Si chiama principio di non ingerenza ed è riconosciuto dalle Nazioni unite”.
La frattura interna al governo italiano arriva ore dopo che il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione a favore del riconoscimento di Guaidó, invitando Bruxelles e gli Stati membri a fare lo stesso. Lo avevano già fatto gli Stati Uniti e vari Paesi dell’America latina, mentre altre nazioni tra cui Francia, Regno Unito, Germania e Spagna hanno dato un ultimatum al presidente Nicolas Maduro, la cui rielezione considerano illegittima: se entro il fine settimana non avrà indetto nuove elezioni, riconosceranno l’oppositore.
All’Eurocamera, malumori sono derivati dalle posizioni assunte nel voto, cui ha dato voce il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani: “Ho appena annunciato a Juan Guaidó che il Parlamento lo riconosce come presidente ad interim del Venezuela. Spiace che Movimento 5 Stelle Europa, Lega e molti del Pd si siano astenuti, senza schierarsi contro la dittatura di Nicolas Maduro”.
Guaidó ha contestato i membri italiani dell’Europarlamento che “non hanno sostenuto la risoluzione del Parlamento. Denota un po’ di scarsa conoscenza di quello che succede da noi. L’Italia può fare molto per il mio Paese. La vostra è una comunità ricca in cultura e talento che ha portato molti investimenti e sviluppo in Venezuela e spero che continui a farlo”.
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Venezuela, cinquemila piazze per Guaidó, che ora aspetta le sanzioni contro Maduro
dal nostro inviato MARCO MENSURATI
“In Venezuela i giorni si contano in vite: in persone assassinate dal regime, uccise dalla fame o lungo il viaggio a piedi fino in Ecuador. La polizia a casa mia è la risposta del regime che si sente in difficoltà – continua il presidente ad interim – Maduro ha perso il controllo del Paese e la popolazione sta soffrendo. Ci sono 70 giovani assassinati in una settimana dal Faes, le forze speciali di polizia, e 700 persone in carcere, di cui 80 sono minorenni e ci sono anche alcuni bambini”.