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Grillo: chi non è d’accordo crei altro partito

Mar 21, 2017

Beppe Grillo non arretra di un passo. Il garante delle regole sono io e chi non lo accettapu accomodarsi fuori dal M5s e farsi un altro partito, ha detto ieri il leader pentastellato di passaggio alla Camera per partecipare a un convegno sull’acqua pubblica. Grillo ribadisce la linea espressa nei giorni scorsi, che aveva portato all’esclusione della vincitrice delle primarie a sindaco di Genova Marika Cassimatis e della sua lista. Dobbiamo intenderci su che cos’ la democrazia. Una democrazia senza regole non una democrazia. Noi abbiamo le nostre regole e io, da garante, le faccio rispettare, ha insistito Grillo, che rivendica il metodo Genova, definito giustissimo rinviando ogni spiegazione a quanto scritto sul suo blog.

Grillo: chi dissente, fondi altro partito

Un vero e proprio diktat quello del leader pentastellato, che non ammette deroghe. una decisione presa dal blog. Ha parlato e a noi sta bene cos, ha tagliato corto la senatrice Paola Taverna. Anche Grillo vuole chiudere rapidamente il caso. Nessuna assemblea con i parlamentari nonostante in serata fosse prevista una riunione dei gruppi a Montecitorio . Solo un abbraccio plateale con Alessandro Di Battista (Di Maio invece era accanto a lui durante il convegno) a voler smentire le presunte perplessit del deputato sulla vicenda ligure.

L’avvicinarsi della scadenza elettorale non consente di tergiversare. Anche perch tanto il centrodestra che il centrosinistra sono intenzionati a dare battaglia. A partire da Genova. In particolare nel centrosinistra sarebbe in dirittura d’arrivo la candidatura di Gianni Crivello, attuale assessore alla protezione civile, sostenuto dal movimento di Giuliano Pisapia e sul quale sono pronti a convergere sia il Pd che gli ex dem di Mdp, pi varie liste civiche. E la partita genovese potrebbe in prospettiva diventare la cartina al tornasole di quel che potr avvenire nel 2018 alle politiche. Grillo non pu permettersi di perderla. Non solo perch la sua citt ma perch dopo la decisione di cancellare la candidatura della Cassimatis, la responsabilit di un’eventuale sconfitta ricadrebbe in toto sul leader maximo dei pentastellati chiamato a fare i conti con le liste dei dissidenti che, dopo Parma ,si stanno moltiplicando (anche a Piacenza il Movimento spaccato). Di Maio, sempre accanto a Grillo, ha difeso la linea del leader sottolineando che in molti territori arrembano personaggi strani che vogliono salire sul carro dei vincitori. Di qui la necessit di stare molto attenti a selezionare la nostra classe dirigente. Un’attenzione che a maggior ragione vale a livello nazionale per la futura squadra di governo anche se – ammette Di Maio – un metodo non stato individuato. C’ ancora un anno di tempo per trovarlo. La conquista di Palazzo Chigi per tutt’altro che scontata. L’attacco di ieri alla Lega , suo competitor sul fronte populista ne la conferma: Il partitino di Salvini si fatto casta, dice Grillo con riferimento al voto del Carroccio a favore del senatore di Fi Augusto Minzolini.

Chi invece continua ad essere preoccupato del vento populista il cardinale Angelo Bagnasco. Nella sua prolusione al Consiglio della Cei, oltre a bocciare senza appello la legge sul fine vita in discussione alla Camera, Bagnasco torna a lanciare un monito contro chi semplifica realt difficili e complesse: Questo approccio genera populismo facile e superficiale, spesso urlato, a volte paludato, comunque ingannatore e inconcludente, e seriamente pericoloso!.

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