• 29 Novembre 2024 1:51

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GP Monaco, Leclerc nuovo Re del Principato tra le lacrime: le pagelle

Mag 27, 2024

Charles Leclerc ha finalmente interrotto la maledizione di Monaco. Il pilota della Ferrari ha vinto la sua gara di casa, nel Principato, dove non era mai riuscito a salire sul gradino più alto del podio. Una vittoria che passerà alla storia visto che il 26enne è il primo pilota monegasco a vincere il GP di F1 di casa.
Eppure, a differenza di quello che potrebbe sembrare, non sono state tutte rose e fiori in quel del Principato. Se Leclerc aveva già mezzo messo le mani sulla vittoria al sabato, quando è riuscito a segnare il giro più veloce della sessione, quella di Monaco non è stata certamente una gara lineare.

Dopo la partenza, lo scontro tra Sainz e Piastri e il patatrac delle Haas che hanno coinvolto anche la Red Bull di Perez, i piloti hanno dovuto nuovamente rischierarsi sulla griglia di partenza e ripartire. Rifare tutto da zero.
Nonostante questo inconveniente Leclerc si è comportato da veterano e la sua Ferrari sembrava essere in completa sintonia col monegasco che è riuscito a tenersi alle spalle un altro giovane promettente, Oscar Piastri. Se l’australiano ha confermato la crescita della McLaren, gli uomini e le donne del Cavallino Rampante ricorderanno il GP Monaco 2024 per tanto tempo, anche grazie al terzo posto di Sainz.

Solo un piccolo appunto. Diciamoci la verità. Se non fosse stato per la vittoria della Ferrari, venuta meno anche l’incognita della strategia dopo la bandiera rossa, mi sorge spontaneo chiedermi quanto una gara su queste stradine abbia effettivamente un senso. Sono tanti i motivi per i quali è impossibile non correre a Monaco. Il glamour, il fascino, la sua storicità, bella quanto vi pare. Ma ormai degna di nota solamente al sabato. Ma bando alle ciance e passiamo ai fatti: le pagelle Costruttori del GP Monaco 2024 di F1.

Ferrari

Il Cavallino Rampante ha disputato in quel di Monaco probabilmente la gara migliore della stagione. La Ferrari è riuscita non solo a vincere la gara con Leclerc ma ha completato il podio con Sainz in terza posizione. Il fine settimana nel Principato era cominciato nel migliore dei modi per i piloti della Rossa, fin dalle prime sessioni di prove libere.

Che Leclerc potesse sfatare finalmente il tabù di Monaco e che la Ferrari riuscisse a tornare la gara monegasca lo si era capito già dal sabato, quando proprio l’idolo di casa con un giro stratosferico è riuscito a conquistare la pole position.
Lo sa anche chi non segue la F1: nel Principato partire dalla prima posizione, generalmente ti permette di avere mezza vittoria in mano. E così è stato con Leclerc che in una gara lineare (tranne per il botto di inizio corsa che ha fatto sventolare bandiera rossa) si è comportato come il vero padrone di casa del tracciato.

E va detto. Era proprio il fine settimana della Ferrari. Anche Carlos Sainz è riuscito a salire sul podio nonostante il patatrac iniziale alla Santa Devota con Piastri e la qualifica sottotono. Lo spagnolo, nonostante la foratura nello scontro con l’australiano, sfruttando la bandiera rossa riparte dalla terza casella della griglia di partenza, rallenta Norris e senza sussulti fa il suo. Porta a termine i 77 giri successivi di gara, non commette errori e sale sul gradino più basso del podio.

McLaren

La scuderia di Woking capitanata dall’inossidabile Andrea Stella si conferma a pieni voti la seconda forza del Mondiale. Eppure, se eravamo abituati agli exploit di Lando Norris, nel GP Monaco a mandare avanti la baracca ci ha pensato Oscar Piastri. L’australiano, imperfetto solo al via, fra Imola e Monaco è riuscito a mettersi dietro in qualifica per due volte il compagno Norris. Che non è poca cosa. Ma proprio nel Principato, anche in gara, non ha disatteso le attese e ha fatto vedere a tutti di che pasta è fatto.

In partenza non si fa fregare da timori riverenziali. Risponde con decisione all’attacco di Sainz in curva 1 e tiene la seconda posizione alle spalle di Leclerc. Per qualche giro ha pure dato l’impressione di voler attaccare il monegasco, prendersi la leadership della corsa, pur non avendo mai la possibilità di sferrare un attacco decisivo. Se Piastri è salito sul podio in una delle gare più difficili della stagione, Norris, col quarto tempo ottenuto durante la sessione di qualifica ha perso già dal sabato ogni possibilità di lottare per il podio ma soprattutto per la vittoria. In gara cerca di massimizzare il risultato, fa quel che può, prova a mettere pressione a Sainz ma senza successo.

Mercedes

Approfittando della debacle Red Bull (con Perez fuori fin dal primo giro e con Verstappen che ha chiuso in sesta posizione), la Mercedes grazie rispettivamente al quinto posto di Russell e al settimo di Hamilton si porta a casa il miglior risultato stagionale finora (eguagliando il GP Bahrain). Sebbene qualche passo in avanti rispetto ai primissimi appuntamenti della stagione è stato fatto, la Mercedes è ancora ben lontana dalle posizioni alle quali ambiscono in quel di Brackley.

Se Russell sembra essere più intento a bloccare quelli dietro rispetto che a raggiungere quelli davanti, brilla in qualifica riuscendo a mettersi alle spalle due mostri sacri di questo sport come Verstappen e Hamilton. In gara parte quinto, si difende dagli attacchi dell’olandese e porta a casa una gara senza infamia e senza gloria.

E per Hamilton (7°) non deve essere stato facile dover digerire il fatto di aver chiuso il fine settimana ancora alle spalle del compagno Russell. Il guizzo dell’inglese nelle prove libere 2 sembrava voler lasciare intendere che la Mercedes a Monaco potesse fare qualcosa di più ma con la disastrosa qualifica ogni speranza di salire sul podio l’ha persa già dal sabato.
Ma non possiamo dire che Hamilton possa aver vissuto un fine settimana del tutto negativo: sicuramente l’aver visto la Ferrari trionfare a Monaco lo avrà fatto sorridere pensando al prossimo anno.

Red Bull

Per una volta la Red Bull non appare tra i primi della classe. Se il GP Monaco di Sergio Perez è durato forse poche centinaia di metri a causa di un incidente che lo ha visto, inconsapevolmente protagonista, Verstappen non ha per niente brillato. Protagonista di un week end anonimo, l’olandese ha faticato già in qualifica dove, a causa di un errore in Q3, non riesce a strappare la pole position a Leclerc e non riesce a ad andare oltre la sesta posizione.

Diciamoci la verità. Se si fosse trattato di qualunque altra pista non ci sarebbero stati problemi, ma a Monaco, un circuito cittadino dove sorpassare è difficilissimo, scattare dalla terza fila suona già come una mezza sconfitta. Non si può dire che Verstappen ci abbia provato. Ha tentato di mettere pressione a Russell ma senza successo. E che colpa ne ha Max se le strade del Principato sono strette, le monoposto sempre più grosse e le conseguenti possibilità di sorpasso estremamente limitate. Un avvisaglia per gli avversari in vista del GP Canada: vietato sottovalutare il leone ferito.

Alpine

Mi sono sentita di mettere l’Alpine dietro ai top team solo per la resilienza del solito Gasly che, non solo a Monaco porta a casa il primo punto dell’anno per la scuderia transalpina, ma sembra essere sempre di più l’unico pilota (tra i due) che corre per il team e non per se stesso. Il 28enne, dopo la ruotata che si è beccato da Ocon a inizio corsa (dal suo compagno di squadra, non uno a caso) riesce a tenersi la posizione di partenza fino a sotto la bandiera a scacchi. Se Gasly pensa alla squadra e massimizza il risultato, di Ocon a Monaco, ci ricorderemo solo della manovra senza senso sul compagno di squadra che gli è praticamente costata la gara.

Racing Bulls

Ormai, esattamente come Alpine, anche la Racing Bulls sembra dover necessariamente puntare su un singolo pilota. E non si tratta di Daniel Ricciardo. Sembrano ormai lontanissimi gli anni in cui l’australiano si divertiva (e faceva divertire) nel Principato. Addirittura a Monaco, il buon Ricciardo vinse nel 2018 e ancora oggi è iconico il suo tuffo a braccia spalancate nella piscina della Red Bull.
Ora, nel 2024, a distanza di sei anni, lo stesso pilota di Perth si fa bruciare al via da nientepopodimeno che il sig. Fernando Alonso e non può fare altro se non seguire lo spagnolo.

Discorso differente per Tsunoda che, anche a Monaco, finisce in zona punti e da prova di grande maestria sulle strade del Principato per tutto il fine settimana. Ormai il giapponesino non è più una sorpresa e sta facendo di tutto per trovare il suo spazio in Red Bull: guardando alla sua crescita e ai risultati ottenuti la sua autocandidatura al sedile di Perez prende sempre più l’aspetto di una “pratica dovuta”.

Aston Martin

A.A.A Aston Martin cercasi. Dove è finita quella scuderia che lo scorso anno è salita più volte sul podio, quella scuderia che nel 2023 ha rappresentato la vera outsider tra quelli davanti e che, a fine anno, è stata capace di far chiudere uno dei suoi piloti davanti a quelli della Ferrari. Aston Martin dove sei? È quello che si stanno chiedendo tutti.
Soprattutto perché se Alonso si comporta da uomo squadra, si prodiga per permettere a Stroll di avere il margine necessario per effettuare un pit stop e quindi di andare a punti… il canadese getta tutto nelle ortiche quando tocca il muro e buca gli pneumatici.

Eppure se dal lato canadese del box le cose non sembrano trovare la quadra più di tanto, non si può dire che da quello spagnolo sia tutto rose e fiori. Alonso, dopo aver ben figurato in occasione delle prove libere, getta in mare il lavoro del venerdì e a Monaco compromette la sua gara non riuscendo a superare lo scoglio della Q1 in occasione delle qualifiche. E sappiamo quanto importante sia, nel Principato, partire davanti. Alonso è uno dei pochissimi piloti che al via riesce a conquistare delle posizioni, due per l’esattezza, ma anche se ti chiami Alonso se a Monaco parti dietro non è che puoi fare i miracoli.

Williams

Vale un po’ il discorso fatto per la Racing Bulls. Il talento di Albon non si discute e semplicemente il fatto che la Williams sia distante anni luce dalle avversarie non ha permesso al pilota anglo-tailandese di portare a casa dei punti in questa prima parte di Campionato. Cosa che è successa a Monaco, uno dei tracciati più impegnativi del Mondiale dove a fare la differenza, in parte, è ancora il pilota. Dove conta il manico, e non solo la performance della vettura, Albon è tornato a dire la sua.

Centra il Q3, non sbaglia niente in occasione delle due ripartenze ed entra nella top team (9° per l’esattezza) nonostante la scarsa competitività della Williams. Per alcuni sarà forse poca roba ma se tenete conto che Sargeant, il suo compagno di squadra, parte, subisce un sorpasso da Bottas e arriva penultimo… bhè qualcosa di buono Albon lo ha sicuramente fatto.

Stake F1 Team

Più passano i fine settimana, più la F1 disputa i GP e più mi mancano le parole per valutare la gara delle Stake F1. Praticamente mi sembra di tirare dei missili di precisione sopra alla Croce Rossa. Se di Bottas a Monaco possiamo salvare solo il bel sorpasso su Sargeant, per quanto riguarda Zhou rimango un po’ sprovvista di parole.
Il cinese, che almeno a inizio campionato riusciva a finire nettamente davanti al ben più esperto compagno di box, da qualche gara a questa parte assomiglia a un dipendente al quale hanno fatto firmare il tanto agognato contratto a tempo indeterminato. Zhou non riesce più nemmeno a star davanti a Bottas. A Monaco poi parte ultimo, fa una sosta, viene superato da Sargeant e arriva ultimo. Che altro dire.

Fonte: Getty ImagesPerez protagonista incolpevole dell’incidente. La carambola è stata innescata da Magnussen

Haas

Il GP Monaco non era cominciato nemmeno da un giro quando la gara è stata fermata per un brutto incidente avvenuto tra Sergio Perez, Kevin Magnussen e Nico Hulkenberg. Ma per una volta il pilota messicano si è trovato a essere vittima inconsapevole della sregolatezza del danese della Haas. La Red Bull del messicano è stata toccata da Magnussen sulla salita che porta alla curva del Casino. Perez, per questo motivo, ha perso completamente il controllo della RB20 finendo contro le barriere e coinvolgendo anche la vettura di Hulkenberg.

Per fortuna del pilota danese della Haas la Direzione Gara ha deciso di non investigare su quanto accaduto. E sì, perché Magnussen ha già perso 10 dei 12 punti a disposizione sulla Superlicenza e, nel caso di una prossima infrazione, sarà obbligato a saltare un GP a causa dell’ovvia squalifica.

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