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Governatore Banca di Spagna: «Riforma del Mes essenziale per l’Europa»

Dic 5, 2019

osservatorio giovani-editori

Pablo Hernandez de Cos, 48 anni, governatore della Banca centrale spagnola (da giugno 2018), a Firenze per il progetto ‘Young factor’ dell’Osservatorio permanente giovani-editori, ha difeso con forza la modifica del meccanismo europeo di stabilità (Mes)

di Silvia Pieraccini

5 dicembre 2019


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(AFP)

3′ di lettura

«La riforma del fondo salva-Stati è essenziale per il futuro dell’unione monetaria europea». Pablo Hernandez de Cos, 48 anni, governatore della Banca centrale spagnola (da giugno 2018), a Firenze per il progetto ‘Young factor’ dell’Osservatorio permanente giovani-editori, ha difeso con forza la modifica del meccanismo europeo di stabilità (Mes) di fronte a 800 studenti delle scuole superiori italiane che hanno riempito il Teatro Odeon.

E di fronte ai dubbi che in Italia si sono levati sulla riforma, il governatore ha tagliato corto: «Non so quali siano gli aspetti su cui alcuni in Italia non sono d’accordo, ma il dissenso non è giustificato. È una questione di solidarietà e di responsabilità. Questa riforma permetterà di migliorare la governance del fondo: dobbiamo approvarla, e poi dobbiamo portare avanti le altre riforme compresa quella fiscale per arrivare a una vera unione bancaria europea».

De Cos ha cercato di convincere i giovani della necessità di «un‘Authority europea che intervenga quando le banche dei vari Paesi si trovano in difficoltà», ad esempio quando hanno problemi ad emettere titoli di finanziamento: «Il meccanismo europeo in questi casi fornirà i prestiti al governo del Paese che ha queste difficoltà», ha semplificato sottolineando la necessità di essere chiari sul fronte lessicale. Salvare le banche è una terminologia sbagliata – ha detto – in realtà il Mes non salva gli azionisti della banca ma i depositi e dunque i risparmi dei cittadini: «Sono i risparmiatori che devono essere garantiti ed è quello che è successo in Spagna».

Sulla crisi profonda vissuta dalla Spagna a partire dal 2012, e sul modo in cui è riuscito a risollevarsi fino a raggiungere oggi una crescita «superiore a quella italiane e superiore anche a quella media europea», il governatore si è soffermato a lungo, spiegando che il segreto è stato aver fatto riforme importanti – dal sistema pensionistico al mercato del lavoro – che però non sono ancora concluse. «Dobbiamo ancora fare riforme strutturali – ha detto riferito al proprio Paese – perché soffriamo di indebitamento, siamo poco produttivi, abbiamo ancora una forte disoccupazione. Se avessimo avuto un governo stabile – ha aggiunto – il tasso di crescita sarebbe stato più elevato. Non avere un governo stabile è un costo che avrà conseguenze negative in futuro. L’incertezza politica non fa bene all’economia e la Spagna non è un’eccezione».

De Cos ha poi elogiato il programma di alfabetizzazione economico-finanziaria ‘Young factor’ dell’Osservatorio permanente giovani-editori guidato da Andrea Ceccherini, così come ha fatto, aprendo l’incontro, il presidente dell’Acri Francesco Profumo: «Sono cresciuto con voi – ha detto Profumo agli studenti in sala riferendosi all’altro progetto dell’Osservatorio, il ‘Quotidiano in classe’ che avvicina alla lettura dei giornali – quindici anni fa sono stato pioniere di questa avventura che coinvolge le scuole di tutto il Paese e insegna il pensiero critico e il modo per saper analizzare: continuiamo su questa strada».

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