Se è vero che i record sono fatti per essere infranti, questo momento doveva prima o poi arrivare. Tra le Ferrari, le Bugatti e le Lamborghini, l’auto nuova più costosa al mondo ha ora un nuovo nome: Gordon Murray S1 LM. L’ultimo esemplare dei cinque previsti, il Chassis #1, è stato battuto a Las Vegas per 20,63 milioni di dollari, al termine di una serratissima asta durante il Gala amfAR legato al weekend della Formula 1. Già l’ingresso in scena aveva lasciato intuire la natura altamente esclusiva del modello, calato del cielo appeso a un elicottero, tra l’incredulità dei presenti.
Offerte da mezzo mondo
La battaglia per aggiudicarsela non è stata il solito scambio di rilanci tra due paperoni annoiati. Da mezzo mondo hanno lanciato offerte, alcune urlate in sala, altre filtrate da telefoni e collegamenti sparsi tra Europa, Medio Oriente e Stati Uniti. Aggiungere quel pezzo alla personale collezione di hypercar era diventata una missione da portare assolutamente a termine, perché mai sarebbe ricapitata l’occasione di aggiudicarsela. In un clima elettrizzante si è chiuso un cerchio partito dalla McLaren F1 LM e giunto fino all’interpretazione moderna di un’auto costruita attorno al pilota, su direttive di Gordon Murray, la mente dietro anche al capolavoro premiato al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este 2024.
Il nuovo proprietario può ore sfregarsi le mani, al pensiero dei numerosi benefici legati all’acquisto. Invece di ritrovarsi il bolide già confezionato come gioiello da vetrina, potrà partecipare al percorso di sviluppo. Si siederà al tavolo con il signor Murray in persona, ascoltarlo ragionare sulle proporzioni e sulle caratteristiche tecniche, senza tralasciare i dettagli che di solito i grandi costruttori non permettono di correggere.
Prove su pista e altri vantaggi
Negli oltre 20 milioni di dollari offerti c’era anche questo privilegio: l’opportunità di configurare il veicolo a piacimento e di interagire con chi ha fatto dell’arte meccanica il suo pane quotidiano. Inoltre, il cliente avrà un compagno di viaggio eccezionale: Dario Franchitti, un pilota in grado di leggere ogni aspetto della vettura nelle prove su pista e di suggerirne le migliorie. Insieme definiranno le ultime regolazioni, un livello di coinvolgimento che l’industria, ormai dominata da modelli programmati, mette sempre meno a disposizione.
Tra i contenuti esclusivi il cliente riceverà pure un volume di cinquecento pagine, dove confluiscono schizzi, appunti, intuizioni e ripensamenti di Murray, nel tentativo di fissare su carta un metodo coltivato da decenni, contraddistinto dall’ossessione per la leggerezza e la pulizia tecnica. Dalla nascita alle modifiche in corso d’opera, il volume raccoglie informazioni di norma tenute nascoste a occhi esterni.
Sotto la carrozzeria, completamente in carbonio, un V12 da 4,3 litri spinge fino a oltre 12.000 giri, quasi anacronistico per un’auto omologata. Il dodici cilindri sale di intensità in modo lineare e poi, senza preavviso, cambia timbro: per quanto rispetto alle hypercar moderne possa sembrare insolito, in realtà qui è assolutamente ordinario. A volte la scelta del cambio manuale, sei rapporti secchi, risulta quasi brusca, e il punto è proprio sfidare le capacità della persona al volante: la vuoi comandare? È compito tuo dimostrare di esserne all’altezza.