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God of War, gli dei nella PlayStation: boom da 3 milioni di copie – La Repubblica

Mag 3, 2018

OLTRE tre milioni di copie vendute a tre giorni dal debutto, un record per Sony, e una cifra bomba per l’intero mercato dei videogiochi. A realizzarlo è God of War per PlayStation 4, ultimo arrivato nella storia di questo franchise ambientato tra la mitologia greca e nordica, con protagonista Kratos, personaggio tanto amato quanto detestabile, un colosso barbuto e dalla pelle bianca (divenuta così per aver assorbito le ceneri della moglie e del figlio, uccisi inconsapevolmente) e che nei tanti titoli precedenti è arrivato persino a scontrarsi con Zeus. Negli anni i giochi della serie di God of War si sono contraddistinti per le ottime vendite e l’incontro tra un’impostazione “action” e un impianto grafico e sonoro sempre eccellente. Meccaniche di gioco un po’ limitate ma spettacolari, viaggi avventurosi e graficamente al massimo livello all’interno della mitologia greca.

God of War edizione 2018 deve però solo parzialmente il suo boom all’eredità di queste caratteristiche. Stavolta il gioco si impronta su una struttura molto più complessa, incorporando elementi di gioco di ruolo e una inedita abilità esplorativa. Rimangono una forte vocazione all’azione veloce e soprattutto alla spettacolarità: a livello grafico, soprattutto su una PlayStation Pro in 4K HDR, God of War è il più bel gioco mai visto sulla console Sony, persino meglio del già eccellente Horizon: Zero Dawn. Personaggi definiti (anche psicologicamente) e ambienti vivi, animati con una maestria che diventerà standard di riferimento per il mercato, una festa per gli occhi, soprattutto per chi nei videogiochi ha ormai visto di tutto. Anche la regia che muove la telecamera è di prim’ordine, insomma God of War esteticamente è un kolossal vero e proprio.

Ma è la nuova profondità della storia e dell’interazione che gioca un ruolo fondamentale. Nei titoli precedenti, Kratos era solo nella sua lotta contro gli Dei, accecato da una rabbia antica per l’uccisione del fratello, e guidato solo da una sete infinita di vendetta verso l’Olimpo. In questo nuovo episodio, Kratos è ormai un uomo maturo e ha un figlio, che è un perno fondamentale della nuova avventura e che lo seguirà in questo viaggio mirabolante e pericoloso nella mitologia nordica tra rocce, fiumi, caverne, paradisi e inferni. Atreus, questo il nome del piccolo, regala al gioco una dimensione di profondità inedita nella storia del titolo, e nobilita la trama rendendola più adulta, sviscerando una paternità complessa e complicata. Atreus imparerà a vivere e combattere seguendo il padre, e scoprirà molto di se stesso, lì dove finisce l’umano e inizia il divino. Ed è proprio qui che si colloca God of War 2018, in quel limbo di videogame che definiscono un nuovo livello per le produzioni interattive. Non mancano i difetti, qualche sbavatura nei dialoghi e alcune ripetizioni, inevitabili comunque in una storia interattiva di questa lunghezza e ricchezza. Ma God of War è uno di quei titoli in grado di portare i videogame al livello delle megaproduzioni cinematografiche per tecnica e godibilità. E non finisce qui: lo studio di produzione ha già annunciato cinque seguiti, un’epopea degna di quelle originali.

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