Dopo più di cinquant’anni gli americani sono tornati sulla luna. Non accadeva dal 1972, quando la Nasa concluse l’ultima missione con equipaggio umano nell’ambito del programma spaziale Apollo. Nella notte tra giovedì e venerdì, poco dopo la mezzanotte (ora italiana), la navicella Odysseus è atterrata sul suolo lunare nelle vicinanze del polo sud del satellite. Si tratta del primo lander di proprietà di un privato.
A raggiungere lo storico risultato è stata l’azienda Intuitive Machines nel corso di una missione, denominata IM-1, sponsorizzata dalla Nasa con un investimento di 118 milioni di dollari all’interno del programma Commercial Lunar Payload Services (CLPS). Con questa iniziativa l’agenzia governativa statunitense prevede di inviare piccole sonde sulla Luna per analizzarne la superficie e prepararsi in vista delle esplorazioni future. Odysseus, infatti, non ha portato con sè un equipaggio ma sei strumenti (tra cui una speciale fotocamera) che contribuiranno a spianare la strada alle missioni del programma Artemis, con cui la Nasa punta a riportare gli astronauti sulla Luna già nel 2026.
Dopo un viaggio di una settimana condotto senza intoppi, il mancato funzionamento di alcuni laser utilizzati per determinare velocità e altitudine ha rischiato di trasformare l’impresa in un fiasco. L’impasse è durato solo qualche minuto, poi i funzionari dell’azienda hanno dichiarato che la navicella, programmata per effettuare lo sbarco in autonomia, era atterrata con successo e stava comunicando con la Terra. “Quello che possiamo confermare senza ombra di dubbio è che la nostra apparecchiatura è sulla superficie della Luna”, ha dichiarato Tim Crain, Chief Technology Officer di Intuitive Machines, poco dopo l’atterraggio. “E stiamo trasmettendo. Quindi congratulazioni”.
L’impresa è vista con grande soddisfazione dagli Stati Uniti, non solo perchè certifica che la collaborazione della Nasa con i privati è un metodo che funziona, nota il Washington Post, ma anche perchè è avvenuta in un momento in cui diversi paesi stanno guardando alla Luna, in particolare al polo sud e alla presenza, in alcuni crateri, di acqua sotto forma di ghiaccio. Una risorsa utile per il sostentamento della vita umana, ma anche perchè idrogeno e ossigeno potrebbero essere impiegati come carburante per i razzi.
Intuitive Machines, che al momento dovrebbe partecipare ad altre missioni all’interno del programma CLPS, non è la sola azienda a guardare con interesse alla Nasa. Nei prossimi anni le collaborazioni tra l’agenzia governativa e società private potrebbero essere molte di più. Il fatto che la Nasa non costruisca o non sia direttamente responsabile delle missioni o dei loro lanci, affidati a partner privati, rappresenta infatti un’opportunità di risparmio che l’agenzia statunitense, dopo il costosissimo programma Apollo, non intende di certo lasciarsi sfuggire.