• 8 Aprile 2025 8:45

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Gli ‘strani’ luoghi colpiti dai dazi

Apr 3, 2025

AGI – I dazi di Trump colpiscono tutti, nemici, alleati, ma anche pinguini e basi navali statunitensi. Il “Liberation Day” annunciato dal presidente degli Stati Uniti dal Rose Garden della Casa Bianca, ha riguardato quasi tutto il pianeta. Dalle Heard e McDonald Islands, isole vulcaniche disabitate nei pressi dell’Antartide e dimore dei pinguini, sino alle Isole Cocos, Natale e Norfolk.

Le prime due, tra i luoghi più remoti della terra, accessibili solo tramite un viaggio in barca di due settimane da Perth, saranno colpite dall’imposizione di dazi del 10%, nonostante siano completamente disabitate da oltre dieci anni, mentre per l’isola di Norfolk, che ha una popolazione di 2.188 persone e si trova 1.600 km a nord-est di Sydney, i dazi toccheranno quota 29%, addirittura 19 punti percentuali in più rispetto al resto dell’Australia, di cui è “territorio esterno”.

Tra i numerosi Stati e territori colpiti risulta anche uno dei posti più segreti del mondo, presenziato solamente da militari statunitensi e britannici. E’ il caso dell’isola di Diego Garcia, atollo più grande della sessantina di isole e isolotti che compongono l’arcipelago delle isole Chagos, appartenente al Territorio Britannico dell’Oceano Indiano, ma che in realtà ospita esclusivamente installazioni navali e aeree degli Stati Uniti d’America.

Scoperta dai marinai portoghesi guidati da Pedro Mascarenhas nel 1512, la minuscola isola, che si trova più o meno a metà tra l’Africa orientale e l’Indonesia, si estende su un’area di circa 44 chilometri quadrati ed è caratterizzata da spiagge bianche, coralli e diverse specie di animali autoctoni. Diventata parte del dominio britannico dopo le guerre napoleoniche, nel 1965 è stata inclusa nel Territorio britannico dell’Oceano Indiano, concesso parzialmente da quell’anno agli Stati Uniti.

L’anno seguente è iniziata la costruzione della base militare e da quel momento i circa duemila chagossiani abitanti dell’isola sono stati forzatamente espulsi e deportati dalle autorità britanniche, con il supporto dei mezzi navali statunitensi, sull’isola di Mauritius. Impossibile da visitare, secondo la testimonianza di una giornalista che dopo diverse trattative è riuscita ad andarci, appena arrivati nell’isola si notano subito gli hangar della base militare su cui sono issate le bandiere statunitensi e britanniche.

Non è noto se sull’isola siano mai state depositate armi nucleari. Quello che si sa è che l’atollo oggi risulta abitato solo da personale militare e appaltatori di supporto. E anch’esso sarà colpita da dazi del 10%. 

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