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Gli Stati Uniti vogliono che l’Ue posticipi la tassa sul digitale

Giu 30, 2021

AGI – Gli Stati Uniti hanno invitato diversi Paesi europei a posticipare il progetto di Digital tax che finanzierà il piano di stimolo dell’Ue, ritenendo che rischi di silurare i negoziati internazionali volti a riformare la tassazione globale. E’ quanto risulta da un documento di cui ha preso visione Afp.     

Washington ha avanzato le sue argomentazioni come parte di un approccio diplomatico di basso profilo a una manciata di capitali europee, hanno riferito alcuni diplomatici. La nuova tassa europea, che sarà annunciata dalla Commissione europea il 14 luglio, “minaccia il lavoro svolto attraverso il processo Ocse/G20”, si legge nel documento americano.     

“Vi esortiamo a lavorare con il Consiglio europeo e la Commissione europea” per ritardare l’annuncio di questa nuova tassa, aggiungono i diplomatici statunitensi. La pubblicazione del progetto europeo rischierebbe – secondo gli Usa di far “deragliare completamente i negoziati in un momento delicato”. 

Sono attualmente in corso all’Ocse le trattative che coinvolgono 139 Paesi per raggiungere un importante accordo preliminare sulla tassazione globale in vista della riunione dei ministri delle finanze del G20, che si terrà a Venezia il 9 luglio. I colloqui proseguiranno poi con la speranza di un accordo definitivo in autunno.     

Fonti diplomatiche hanno riferito che le argomentazioni americane erano state trasmesse in particolare a Germania, Paesi Bassi e Paesi nordici, ma le autorità degli Stati membri interessati si sono rifiutate di confermare ufficialmente l’approccio di Washington.     

Questi Paesi, insieme all’Irlanda, erano già stati fautori del fallimento di un progetto simile per una tassa digitale europea, che avrebbe comportato un aumento delle tasse pagate in Europa dai giganti tecnologici americani come Amazon, Google o Facebook.     

Sebbene non sia ancora stata resa pubblica, la Commissione europea insiste sul fatto che la tassa proposta sarebbe conforme agli accordi Ocse e che colpirebbe migliaia di aziende, comprese quelle europee. Ha lo scopo di aiutare a finanziare il piano di Next Generation Eu da 750 miliardi.  

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