Gli Stati Uniti rinnovano la sfida alla Cina nel settore delle auto elettriche. I tentativi per contrastare l’industria automotive cinese da parte del Governo americano vanno avanti e ora si spostano su un nuovo piano. Con un nuovo provvedimento, infatti, l’amministrazione Biden punta a contrastare la diffusione delle auto elettriche con batteria cinese rendendo impossibile l’accesso agli incentivi previsti per i modelli a zero emissioni.
Sfida alle batterie cinesi
Per contrastare la diffusione delle auto elettriche cinesi, il Governo americano ha scelto una strada protezionistica e focalizzata sul contrasto alle batterie. La Cina, con le sue aziende, è oramai un punto di riferimento assoluto del settore delle batterie e si sta facendo largo anche negli USA, con molti costruttori americani interessati alle forniture di batterie da parte di aziende con sede in Cina o con stretti legami con il Paese.
Per ridurre la diffusione di auto elettriche con batterie cinesi, quindi, gli USA hanno introdotto un nuovo requisito per l’accesso agli incentivi previsti dall’Inflation Reduction Act, erogati sotto forma di credito di imposta (fino a 7.500 dollari) per gli acquirenti che scelgono auto a zero emissioni compatibili con i dettami della normativa.
Come previsto dalla nuova norma, per accedere all’agevolazione, un veicolo non potrà contenere componenti della batteria prodotti da aziende di proprietà di una “foreign entity of concern“. In questa definizione, attualmente, rientrano Russia, Corea del Nord, Iran e, soprattutto, la Cina.
Da notare, inoltre, che dal 2025, per accedere agli incentivi, le auto elettriche non potranno avere batterie dotate minerali critici estratti in uno dei Paesi citati in precedenza. La dipendenza dalle terre rare cinesi continua a essere un problema per il settore auto. Con questo provvedimento, gli USA puntano a ostacolare, in modo significativo, la diffusione di auto elettriche dotate di componenti cinesi.
A differenza di quanto sta avvenendo in Europa, per i costruttori cinesi è molto difficile arrivare sul mercato americano con i propri veicoli. La situazione cambia, in modo netto, per quanto riguarda la fornitura di batterie. In questo caso, l’industria cinese è un riferimento assoluto del mercato e le sue forniture interessano a tanti costruttori americani, comprese le cosiddette “big three” ovvero Stellantis, che sta lavorando a rendere le batterie più sostenibili, General Motors e Ford.
Un provvedimento ammorbidito
Il progetto iniziale dell’amministrazione Biden prevedeva un blocco ancora più stringente alle batterie per auto elettriche cinesi. Il Dipartimento del Tesoro, anche su indicazione dell’associazione dei costruttori, Alliance for Automotive Innovation, è intervenuto con linee guida più morbide per definire la normativa che entrerà in vigore dal prossimo anno.
Dal bando, infatti, sono stati esclusi alcuni materiali critici (non più del 2% del totale secondo quanto rivelato dal Tesoro) a cui oggi è impossibile accedere senza il supporto dell’industria cinese. Il provvedimento voluto dall’amministrazione americana è stato, quindi, fortemente ammorbidito.
Al momento, infatti, gli USA non possono rinunciare in modo completo alle batterie cinesi per sostenere il programma di elettrificazione del mercato delle quattro ruote. La Cina si trova ancora in una posizione di vantaggio, almeno per quanto riguarda la gestione dei componenti delle batterie, e le forniture sono sempre più necessarie per i produttori.