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Gli italiani vogliono passare meno tempo online

Lug 8, 2022

AGI – Il 41% degli italiani è pronto a ridurre il tempo trascorso online. Un’esigenza più pronunciata rispetto alla media globale (33%). Eppure aumentano la domanda di connettività, di contenuti tv e streaming e la curiosità nei confronti dei nuovi servizi digitali: il 47% degli intervistati vorrebbe sperimentare nuove soluzioni e il 30% è interessato a esperienze immersive come il metaverso.

È il ritratto degli italiani che emerge dall’EY Decoding the digital home study, ricerca condotta su 2.500 famiglie in Italia e più di 20.000 a livello globale: “Il tempo trascorso online si sta stabilizzando se non addirittura riducendo, a fronte di un aumento degli standard qualitativi richiesti dagli utenti in termini di servizi e contenuti”, commenta Irene Pipola, Italy TMT Leader di EY.

Occhio al portafoglio

La tradizionale attenzione al portafogli degli italiani si sta consolidando in questi mesi di incertezza. Il 63% (tre punti percentuali in più dello scorso anno) teme un aumento dei prezzi degli abbonamenti mensili ai servizi di connettività e il 44% delle famiglie teme di pagare troppo per contenuti che non guarda.

Per sei italiani su dieci, il prezzo è il fattore primario nella scelta di un servizio in streaming. Seguono la specificità del contenuto (41%) e l’ampiezza dell’offerta (38%). Il 54% ritiene che le piattaforme on demand abbiano un buon rapporto qualità-prezzo. Visti gli aumenti, Netflix e compagnia dovranno quindi aumentare la qualità: “È destinata ad acquisire importanza in quanto driver di scelta”, spiega Pipola.

Cosa chiedono i consumatori

In attesa di questa maturazione qualitativa, a oggi il prezzo resta l’elemento chiave. E per battere la concorrenza, il trend è chiaro: si applicano sconti e si accorpano i servizi in pacchetti. La propensione all’acquisto dei cosiddetti bundle sta crescendo in Italia a un ritmo più sostenuto rispetto al 2021 (87% contro il 74%).

L’attenzione alla convenienza è una costante (il 53% delle famiglie è interessato agli sconti) ma stanno cambiando le esigenze: circa la metà degli intervistati sarebbe interessata ad acquistare, assieme alla rete fissa, servizi tv o servizi di sicurezza online e tutela della privacy. La telefonia mobile comincia ad essere percepita come un valido sostituto della rete domestica dal 39% dei consumatori. Anche i prodotti per la smart home stanno assumendo rilevanza: c’è almeno un assistente digitale in una casa su quattro.

Confusione e alta infedeltà

Ancora oggi molte famiglie faticano però a comprendere il contenuto delle offerte e le differenze tra i servizi proposti dagli operatori. Sorprende che questo fenomeno riguardi soprattutto i più giovani, con il 35% degli utenti tra i 18 e i 24 anni che ritiene le offerte dei servizi di telecomunicazione difficili da comprendere. Una conferma della mancanza di chiarezza arriva anche dall’analisi delle offerte per i nuovi clienti: uno su due reputa difficile comprendere quale sia il pacchetto migliore. Per chiarire i dubbi, quasi la metà degli italiani preferisce ancora visitare i punti vendita per acquistare un servizio di rete fissa o un dispositivo mobile. Una necessità di contatto che continua anche nel post-vendita, con il call center preferito a siti e chatbot. 

La confusione si traduce anche in scarsa fedeltà: circa un quarto dei clienti prevede di cambiare il proprio fornitore di servizi (per internet fisso, linea mobile o servizi video streaming e pay tv) nei prossimi 12 mesi.

Privacy, benessere e sostenibilità

Anche EY conferma quanto la pandemia abbia rappresentato “un importante acceleratore del processo di digitalizzazione delle famiglie italiane”. Restano però alcune preoccupazioni, in primo luogo per quanto riguarda la privacy. Il 63% degli italiani afferma di essere estremamente prudente nel condividere informazioni personali online.

Gli utenti si dicono preoccupati anche per l’intreccio tra tecnologie e benessere: uno su tre pensa spesso all’impatto negativo di internet sul proprio benessere psicofisico, percentuale che sale al 41% tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Emergono forti preoccupazioni per i contenuti illeciti: il 61% delle famiglie ritiene che i governi e le autorità di regolamentazione non stiano facendo abbastanza per contrastare la diffusione di contenuti dannosi online.

La platea digitale italiana si dimostra (almeno in potenza) attenta alla sostenibilità: il 38% delle famiglie è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili, ma il 43% degli intervistati ritiene che gli operatori non stiano facendo abbastanza per l’ambiente. 

 

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