• 24 Novembre 2024 7:45

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Gli incentivi non bastano: gli italiani cambiano sempre meno auto

Giu 27, 2024

L’industria dell’auto ha sempre affascinato molto gli italiani, che negli anni hanno dato vita a delle realtà che hanno avuto risonanza mondiale. Con il passare del tempo però tutte queste piccole aziende hanno conosciuto momenti di crisi che le hanno poi spinte nelle braccia di società più grandi come ad esempio la FIAT. La Casa torinese, in particolare, ha inglobato al proprio interno tantissimi marchi come Ferrari, Lancia e altri.

L’arrivo dell’offensiva cinese però sta spingendo anche i colossi europei a guardarsi intorno e cercare di travalicare i propri spazi nazionali. Proprio la FIAT negli ultimi anni si è unita ad altri importanti marchi sotto la holding multinazionale Stellantis. Il motivo è semplice: la cooperazione di queste aziende abbassa enormemente i costi di produzione e sviluppo portando sul mercato vetture dal prezzo maggiormente contenuto e competitivo contro gli avversari cinesi.

La transizione ecologica

La crisi finanziaria che ha colpito il mondo tra pandemia e guerre varie, sta avendo un inevitabile peso anche sull’industria dell’automobile. Quest’ultima da par suo sta attraversando un momento di grandi cambiamenti a causa della transizione ecologica. L’idea a livello mondiale è quella di passare nei prossimi 10-15 anni dai motori termici a quelli elettrici.

Alcuni marchi già si sono attrezzati convertendo completamente le proprie industrie. Ci sono case ormai che producono solo vetture ibride o EV. A tal proposito i governi di tutto il mondo stanno intervenendo in maniera massiccia con aiuti ed incentivi vari per spingere questo cambiamento. Anche in Italia si è intervenuti in tal senso, non senza polemiche. Parte degli Ecobonus, infatti, sono andati esauriti praticamente subito.

Gli italiani vogliono cambiare l’auto?

A tal proposito però emergono dei dati abbastanza preoccupanti da uno studio firmato Arete. A quanto pare, infatti, 6 persone su 10 ritengono gli incentivi insufficienti a stimolare l’acquisto di nuove vetture. Il costo delle auto è sempre più alto, l’aggiunta obbligatoria degli ADAS e la nuova tecnologica elettrica più costosa non aiutano di certo e gli incentivi da par loro non riescono ad arginare questi exploit di prezzo.

Dalla ricerca emerge che il 62% degli intervistati sarebbero pronti a cambiare auto nei prossimi 12 mesi, mentre solo il 7% sarebbe incline a farlo nel breve periodo. Quest’ultimo dato è sceso di 5 punti rispetto all’ultima rilevazione effettuata nell’ottobre 2021. Le persone che giudicano insufficienti gli incentivi sono il 60%, con una crescita del 15% rispetto a 3 anni fa.

Il 58% degli intervistati ha richiesto nuovi incentivi ed è in attesa di prezzi più contenuti per cambiare la propria vettura. Il 76% si è detto incline ad acquistare un’auto nuova, mentre il 24% si lancerà sul mercato dell’usato. In particolare, su quest’ultima fetta di utenti, 4 su 10 vogliono un’auto usata perché considerano il mercato del nuovo inaccessibile. Nello studio è stato poi effettuato un approfondimento anche sul tema dell’alimentazione. Da ciò è emerso che la metà vuole acquistare un’ibrida, il 30% auto con motore termico e il 20% elettrico. Insomma, anche da questi dati sembra evidente la resistenza da parte del nostro Paese al cambiamento energetico. Staremo a vedere nei prossimi anni se con l’abbassamento dei costi di questa tecnologia ci potrà essere una svolta.

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