• 6 Gennaio 2025 15:19

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Giorgetti ministro delle Finanze dell’anno, secondo The Banker

Gen 4, 2025

AGI – Giancarlo Giorgetti è il ministro delle Finanze dell’anno. Lo scrive The Banker, pubblicazione mensile del Financial Times. Tra le motivazioni del riconoscimento, “l’essersi guadagnato la stima del pubblico per i suoi tentativi di ridurre il crescente deficit italiano e di sostenere gli investimenti pubblici, con un piano a lungo termine per ridurre l’enorme rapporto debito/pil del Paese”.

Essere il ministro delle Finanze italiano, si legge nell’articolo, “è un compito ingrato. I problemi economici che affliggono il Paese sono molteplici: crescita lenta, bassa produttività, elevata evasione fiscale e uno dei più grandi debiti pubblici al mondo. Tali sfide spiegano perché negli ultimi due decenni molti governi italiani abbiano fatto ricorso alla nomina di ministri delle Finanze per lo più tecnici”.

 

Per The Banker, Giorgetti, nominato nel 2022 nel governo Meloni, “è una notevole eccezione. È un veterano operatore politico, considerato un membro moderato e relativamente filoeuropeo del partito della Lega, che fa parte della coalizione di governo di destra in Italia. Giorgetti è rapidamente emerso come una voce pragmatica in un governo che i critici lamentano essere spesso fin troppo amante della retorica e della politica populista. Le sue rinomate capacità di networking sono venute alla ribalta nel suo ruolo di Ministro delle Finanze, attingendo alla sua vasta carriera politica”.

“La Commissione Ue – si legge ancora sulla rivista – ha elogiato il suo lavoro, considerando la manovra di bilancio 2025 dell’Italia in linea con le sue raccomandazioni e le sue regole, e definendo il piano di rientro del debito del Paese credibile e sostenibile“. “Il via libera dell’Unione europea all’Italia – prosegue Rhe Banker – per Giorgetti e per il governo italiano è stato una vittoria importante, tenendo anche conto che pochi Paesi hanno rispettato gli impegni e le regole Ue. La Commissione ha infatti bacchettato diversi Stati, tra cui Germania e Paesi Bassi, rimproverandoli di aver speso troppo”. 

 

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