AGI – Al 19 maggio (con aggiornamento alle ore 10.29) il 32,9% della popolazione italiana aveva ricevuto almeno una dose di vaccino (19.614.396 di persone) mentre il 15,2% aveva completato il ciclo vaccinale (9.049.348), con importanti differenze regionali.
È quanto emerge dal monitoraggio indipendente effettuato dalla fondazione Gimbe secondo cui si è registrato un lieve aumento delle somministrazioni settimanali (+2,9%), nettamente inferiore rispetto alle settimane precedenti, con una media mobile a 7 giorni che si attesta intorno a 481 mila somministrazioni al giorno. E sempre alla data di ieri, inoltre, risultavano consegnate 30.132.960 dosi, il 39,5% di quelle previste per il primo semestre 2021.
Quanto alla copertura delle categorie prioritarie, va detto che il 74,6% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con Veneto, Lombardia, Provincia autonoma di Trento e Puglia che superano l’80%. Nelle fasce over 80 e 70-79 anni si registrano ancora notevoli differenze regionali, e la fascia 60-69, a rischio elevato di ospedalizzazione, rimane ancora indietro.
In dettaglio la situazione in base all’età
Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.565.404 (80,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 470.826 (10,7%) hanno ricevuto solo la prima dose. Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 1.487.355 (24,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.203.884 (53,7%) hanno ricevuto solo la prima dose. Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 1.210.285 (16,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.308.843 (44,9%) hanno ricevuto solo la prima dose. Soggetti fragili e loro caregiver: a questa categoria sono state somministrate 5.819.432 dosi.
“Guardando l’altra faccia della medaglia dunque – precisa Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe – oltre 4,5 milioni di persone ad elevato rischio di ospedalizzazione e morte sono ancora senza alcuna protezione vaccinale, riducendo la sicurezza delle riaperture, seppur graduali”.
Infatti, se solo l’8,7% degli over 80 (383.473 persone) non ha ricevuto neppure una dose, la percentuale sale al 21,4% nella fascia 70-79 (1.277.134) e al 38,6% per quella 60-69 anni (2.845.236).
“Seguendo i trend delle coperture vaccinali – spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – se per gli over 80 la frenata è iniziata quando le percentuali avevano superato l’80%, per la fascia 70-79 anni i segnali di rallentamento sono più precoci e per quella 60-69 le coperture salgono più lentamente”.
Questo dimostra che una vaccinazione di massa non può affidarsi solo alla prenotazione volontaria, ma deve essere integrata con altre strategie: dalla chiamata attiva al colloquio individuale per superare l’esitazione vaccinale; da campagne d’informazione con il coinvolgimento di influencer alla cosiddetta “spinta gentile”.
Ad esempio, spiega ancora Cartabellotta “man mano che a tutti viene concessa l’opportunità di ricevere il vaccino, nel green pass questo dovrebbe offrire vantaggi maggiori rispetto all’esito di un tampone”.