• 12 Aprile 2025 14:14

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Germania, carri armati nello stabilimento Volkswagen: riconversione in vista

Apr 7, 2025

C’è chi smobilita e chi rilancia. In un momento in cui Volkswagen tira il freno e riduce gli investimenti in Germania, una connazionale spinge sull’acceleratore: Rheinmetall. Il gigante tedesco della difesa, in piena espansione grazie al nuovo clima politico-militare europeo, sta pensando seriamente di prendere il controllo di uno degli stabilimenti VW destinati a rimanere vuoti a breve. Il nome sul tavolo? Lo storico impianto di Osnabrück, una delle tre sedi che il gruppo automobilistico ha deciso di “congelare” dopo aver dimezzato la sua capacità produttiva locale. Un taglio pesante, dettato dal rallentamento delle vendite in Europa. Ma dove un settore perde i colpi, un altro galoppa.

“Basta mettere in moto”

A parlare è Armin Papperger, CEO di Rheinmetall, che vede nella struttura di Osnabrück (adocchiata in passato anche dal Governo cinese) un’opportunità perfetta: “È molto più complesso costruire qualcosa da zero, piuttosto che usare qualcosa che esiste già”. E in effetti, l’idea ha senso: perché buttare giù muri e alzare capannoni ex novo, quando ci sono interi stabilimenti pronti all’uso?

Attenzione però: nulla è ancora deciso. L’acquisizione o l’affitto del centro dipenderà da un elemento chiave – e nemmeno tanto secondario – ossia l’arrivo di ulteriori ordini militari. Più commesse significa più necessità di spazio, e a quel punto il centro VW diventerebbe perfetto per ampliare la tiratura, magari di cingolati o veicoli tattici.

Difesa boom

Rheinmetall non è solo alla ricerca di spazi. Sta anche distribuendo soldi agli azionisti come mai prima d’ora. Dopo un 2024 da record, il gruppo ha annunciato un aumento del 42% del dividendo, portandolo a 8,10 euro per azione. E l’utile operativo è schizzato a 1,5 miliardi, con margini del 19% nel settore difesa. Tempo 24 ore, e le azioni sono balzate di oltre il 7%, per lo stupore degli analisti di Berenberg, che avevano previsto un dividendo inferiore.

La spinta arriva ovviamente dagli sconvolgimenti nel panorama internazionale. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’Europa ha cambiato musica: i bilanci della difesa crescono, gli eserciti fanno scorte, e chi produce armi come Rheinmetall si ritrova in piena corsa. I numeri parlano chiaro. Solo nel 2024, il 30% delle vendite di Rheinmetall – pari a 9,8 miliardi totali – sono andate direttamente alle forze armate tedesche. E il trend è destinato a salire.

Se in Germania stabilissero davvero di allentare le regole sul debito, come spinge Merz, allora per la difesa si aprirebbe un rubinetto mai visto. Rheinmetall, intanto, parla di un possibile +30% nel giro d’affari di quest’anno, e di margini in salute che potrebbero ulteriormente salire. E resta una parte di “potenziale” legata agli sviluppi geopolitici da conteggiare. Tradotto: se la situazione internazionale precipitasse, i conti subirebbero l’ennesima impennata.

8.000 assunzioni in vista

Per sostenere il processo, Rheinmetall punta a rinforzare anche la relativa squadra. Papperger ha annunciato che l’azienda assumerà circa 8.000 persone nei prossimi due anni, portando la forza lavoro totale a quota 40.000. In breve? Dove l’industria dell’auto tira i remi in barca, il comparto della difesa mette i motori al massimo. La guerra in Europa ha riscritto le regole del gioco, e Rheinmetall è pronta a sfruttare ogni metro quadrato lasciato libero da chi, Volkswagen in primis, ora guarda con cautela al domani.

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