Si chiama Gen-Z Consortium la nuova alleanza che vede coinvolti grossi nomi dell’hi-tech tra cui AMD, ARM, Dell, Huawei, IBM, Lenovo, Micron, Samsung, Seagate, SK hynix e Western Digital. Questo consorzio mira a creare “un’interconnessione aperta” nota come Gen-Z, un ponte tra la memoria DRAM e le soluzioni di archiviazione.
Indirizzata in prima istanza a server e datacenter, questa tecnologia rappresenta una soluzione concorrente a OmniPath di Intel. Non è un caso perciò che l’azienda di Santa Clara non figuri tra i membri del consorzio, anche se le cose potrebbero mutare in futuro.
Gen-Z, oltre a rappresentare un nuovo protocollo, darà vita a un nuovo connettore e all’infrastruttura collegata. L’obiettivo è sviluppare uno standard aperto che consenta alle nuove tecnologie di memoria di comunicare con processori e acceleratori in modo coerente. Gen-Z prepara quindi il terreno all’arrivo di nuove soluzioni come 3D XPoint/QuantX di Intel/Micron e le soluzioni MRAM (magnetoresistive RAM).
Queste tecnologie non sono abbastanza veloci da sostituire la DRAM come memoria principale del sistema ma allo stesso tempo non sono supportate adeguatamente dai tradizionali protocolli di accesso all’archiviazione. L’idea è permettere al software di accedere a qualsiasi tipo di sistema di archiviazione come una memoria tramite operazioni a bassa latenza e alta efficienza. A tal fine il nuovo protocollo è “memory-semantic“, ossia tutte le operazioni sono svolte come se fossero nella memoria DRAM.
D’altronde le infrastrutture server stanno passando dall’attuale modello a due livelli, fatto dalla veloce memoria DRAM e dai dischi più lenti, a un modello a tre livelli dove c’è un layer intermedio rappresentato da soluzioni di archiviazione simili alle memorie DRAM. Un vantaggio di Gen-Z è che può essere usato con sistemi operativi e software esistenti, senza modifiche.
Gen-Z supporterà “un’ampia varietà di tipi di componenti, inclusi processori, moduli di memoria FPGA, GPU, DSP, I/O, acceleratori, NIC, ASIC personalizzati e molti altri”, si legge in una nota stampa. Gen-Z dovrebbe garantire benefici in termini di prestazioni, scalabilità e interoperabilità.
Trattandosi di uno standard aperto e privo di royalty (le aziende potranno usare la tecnologia senza spendere un centesimo), lo sviluppo di Gen-Z si baserà sul feedback non solo dei membri del consorzio ma anche delle aziende esterne. Al momento non è chiaro quando assisteremo al debutto di Gen-Z, ma architettura e protocollo saranno completati entro l’anno.
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Al momento si parla di una velocità di trasferimento dati che va da decine a centinaia di gigabyte al secondo, ben oltre i 32 GBps offerti dal PCI Express 4.0. Secondo quanto dichiarato da Robert Hormuth, chief technology officer per i server di Dell EMC, l’architettura Gen-Z e la tecnologia potranno essere usati sia all’esterno che all’interno del server. Per avere la massima velocità Gen-Z potrà essere connesso come un bus punto-punto, ma sarà possibile usarlo per collegare server, archiviazione e sistemi di memoria in un rack.
Gen-Z guarda quindi ai datacenter del futuro, dove memoria, archiviazione e processori saranno in box separati per supportare al meglio applicazioni come SAP HANA che si affidano al processing in-memory.