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Gaza, lanciati 450 razzi. Usa: “Israele ha diritto di difendersi”. La Turchia chiede la condanna – La Nuova Venezia

Mag 5, 2019

Un civile israeliano ucciso, tre feriti, uno in modo grave, otto militanti palestinesi uccisi, ma anche una donna e una bambina di 14 mesi, 450 razzi lanciati da Gaza verso Israele e 220 raid dell’aviazione in rappresaglia. E’ il bilancio di 48 ore di battaglia fra lo Stato ebraico e Hamas, e ancor più la Jihad islamica, che hanno riportato le tensioni lungo il confine con la Striscia ai livelli massimi. Ma l’elemento nuovo è che mentre Hamas punta a un compromesso, la Jihad islamica sembra determinata a far saltare il tavolo delle trattative, tanto da aver cercato di utilizzare un tunnel di attacco, poi distrutto, una sfida che le forze armate israeliane ritengono non tollerabile.

L’escalation è cominciata venerdì. Le manifestazioni per le “marce del ritorno” hanno visto l’irruzione di militanti armati della Jihad Islamica. Nel conflitto a fuoco, nella zona di Khan Younis, due soldati israeliani sono rimasti feriti e i tank hanno reagito con colpi di cannone. Quattro palestinesi sono stati uccisi. E’ scattato il circolo vizioso di rappresaglie e contro-rappresaglie. Nella mattinata di ieri decine di razzi sono caduti su Israele. Un ordigno ha superato le difese anti-aeree e ha colpito una zona disabitata nella comunità di Nirim. I cacciabombardieri con la Stella di David hanno a loro volta preso di mira obiettivi nella Striscia.

Nel primo pomeriggio di ieri la Jihad Islamica ha fatto partire una scarica mai vista, che ha portato il totale dei razzi lanciati a 450. Un terzo è stato è stato intercettato dal sistema Iron Dome, altri sono stati lasciati passare verso zone disabitate, ma uno ha centrato in pieno una casa ad Ashkelon. Due persone sono rimaste ferite, un uomo è poi morto all’ospedale questa mattina. Il sindaco, Tomer Glam, ha invitato i concittadini a non “radunarsi nelle zone scoperte e tenersi vicini ai rifugi”. Sono partiti nuovi raid aerei con un totale di “220 obiettivi terroristici colpiti” ma anche qui a farne le spese, oltre ad alcuni militanti delle brigate Al-Qassem, sono stati civili. Il ministero della Salute di Gaza ha precisato che una piccola di un anno e due mesi, Seba Abu Arar, e la madre, Salah Bat Abu Arar, incinta di otto mesi, sono rimaste uccise. Le forze armate israeliani hanno ribattuto di aver “eliminato otto militanti” e che le vittime civili sono dovute al fatto che i depositi di armi colpiti erano nascosti fra le abitazioni.

Sono gli scontri più gravi dalla fine di marzo, quando alla vigilia delle elezioni un razzo aveva colpito una casa nei sobborghi settentrionali di Tel Aviv. Secondo il portavoce delle forze armate israeliane Jonathan Conricus è stata però la Jihad a “trascinare” Hamas. “Prima – ha spiegato – hanno sparato razzi, poi hanno usato cecchini e intensificato gli sforzi per attivare un tunnel di attacco”. Anche i proclami delle fazioni mostrano lo scollamento, con la Jihad che ha minacciato di colpire “la centrale atomica di Dimona”, mentre Hamas si limitava ad accusare Israele di “non rispettare gli accordi”, un riferimento al fatto che il flusso di finanziamenti dal Qatar, autorizzato dal governo israeliano, si è inceppato negli ultimi giorni.

In quel momento i leader di Hamas, Yahya Sinwar, e della Jihad, Ziad Nahala, si trovavano al Cairo per colloqui con l’Intelligence egiziana, che sta mediando per una tregua di lungo termine. A ridosso del voto, e subito la vittoria di Benjamin Netanyahu, la situazione sembrava tornata sotto controllo, e premier aveva acconsentito a un allentamento del blocco. Adesso il nuovo attivismo della Jihad rischia di riportare il caos, proprio mentre Israele si prepara a ospitare l’Eurovision.

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