Via libera da parte della Bei a un maxi prestito da 1,5 miliardi di euro per la realizzazione del gasdotto Tap, che attraverserà Grecia, Albania e l’Adriatico per poi raggiungere l’Italia e connettersi alla sua rete di gas naturale. Il board della Banca europea per gli investimenti, dopo “discussioni dettagliate” e un primo passaggio alla riunione di dicembre, ha approvato il finanziamento, che rientra tra i più sostanziosi concessi dalla Banca. La Trans-Adriatic Pipeline è infatti parte del Corridoio Sud del gas, rientrando quindi tra i progetti energetici strategici dell’Ue.
Il Tap è stato di nuovo confermato lo scorso novembre tra i progetti energetici Ue di interesse comune, in quanto di importanza strategica per la diversificazione delle forniture di gas europee. L’obiettivo, infatti, è diminuire la dipendenza dal metano russo, diminuire i prezzi per il consumatore europeo e ridurre i rischi di crisi del gas come quelle conosciute in passato. Il gasdotto, infatti, insieme con il Tanap che passa per la Turchia e a cui si collega, dovrà portare per la prima volta in Europa il gas dall’Azerbaigian, dai giacimenti del mar Caspio di Shah Deniz II. L’obiettivo è cominciare con le prime forniture nel 2020, per salire sino a 10 miliardi di metri cubi di metano azero.
L’approdo in Italia è previsto in Puglia, nella provincia di Lecce, dove da tempo sono in corso contestazioni ‘No Tap’ e sono stati portati avanti diversi ricorsi legali. Criticata infatti la scelta della località dove dovrà approdare la condotta sottomarina (105 km tra l’Albania e la Puglia che correranno ad una profondità massima di 820 metri), la spiaggia di San Foca di Melendugno.
Nonostante le proteste e gli scontri, la tabella di marcia dei lavori va comunque avanti. Sul piatto ci sono anche 55 milioni di euro di investimenti sul territorio locale,
offerti dal consorzio Tap a sostegno di ambiente, turismo, pesca e lotta alla Xylella.Anche diverse associazioni ambientaliste europee, in particolare CEE Bankwatch Network, Counter Balance, Friends of the Earth Europe, 350.org, sono opposte alla realizzazione del gasdotto, e hanno definito la decisione odierna della Bei un “errore storico” in quanto l’intero Corridoio Sud del gas avrebbe un impatto climatico negativo con emissioni persino maggiori che il carbone.