• 25 Novembre 2024 16:29

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Gambe, testa e pazienza, cronaca di un successo insperato 

Gen 28, 2024

AGI – In pochi, dopo quel doppio 6-3 iniziale, avrebbero previsto ciò che invece è successo dopo: che, come un golem, risorgesse dalle sue ceneri scrollandosi di dosso la pesantezza che per un’ora e mezza aveva contraddistinto la sua testa e le sue gambe, in rigoroso ordine d’importanza. E invece uno stupefacente Jannik Sinner ha battuto in rimonta Daniil Medvedev (3-6 3-6 6-4 6-4 6-3) conquistando gli Australian Open e il suo primo Slam.

 

L’ultimo italiano a vincere uno dei quattro titoli che compongono il Grande Slam era stato Adriano Panatta 48 anni fa al Roland Garros. Il successo di Jannik è arrivato dopo un match di impressionante durezza che si è risolto soprattutto sul piano fisico ma non solo: l’italiano ha perso i primi due parziali pagando forse più di quanto ci si aspettava (considerando la sua ormai proverbiale capacità di mantenere alta la concentrazione in qualunque situazione di gioco) il fatto di disputare la prima finale Slam della carriera.

 

E invece Sinner ha atteso pazientemente che il russo iniziasse a pagare la stanchezza che inevitabilmente avrebbe patito dopo aver dovuto vincere al quinto set ben tre degli incontri che lo avevano portato alla finale. Ha accettato di non essere in una di quelle giornate in cui ogni scelta è quella giusta e, fattore determinante, ha metabolizzato in fretta il fatto di essere stato sorpreso dalla scelta tattica del russo: giocare molto più vicino del solito alla linea di fondo, asfissiare l’avversario con un ritmo altissimo e appena possibile conquistare la rete dove si è esibito in una galleria di tocchi e volee acrobatiche come forse mai gli è successo in carriera.

 

Sinner, che ha tenuto incollati al televisore milioni di italiani per tre ore e 44 minuti, dalle 9.30 al pranzo della domenica (posticipato per l’occasione) è stato il grande protagonista di un evento che non si verificava dai fausti tempi delle seconde manche di gigante e speciale di Coppa del Mondo di sci disputate da Alberto Tomba. Ha via via conquistato campo dopo aver capito che la sua unica possibilità era ridiventare più medvedeviano di Medvedev dopo che per un’ora e mezza il russo era stato assai più sinneriano di Sinner. Il segno della sua stabilità mentale è arrivato dal servizio: con la prima per lunghe fasi del match al di sotto del 50% è stato capace di alzare medie ed efficacia rispedendo il russo indietro: nel campo e nella storia del match.

Quinto italiano a conquistare un titolo Slam dopo Nicola Pietrangeli (due volte a Parigi nel ’59 e ’60), Adriano Panatta (Parigi nel ’76), Francesca Schiavone (Parigi nel 2010) e Flavia Pennetta (New York nel 2015), primo italiano di sempre a vincere a Melbourne, tennista più giovane a imporsi down under dopo Novak Djokovic che ce la fece nel 2008 quando ancora doveva compiere 21 anni: la meravigliosa storia di Jannik Sinner è solo all’inizio. E l’Italia ha trovato un idolo sportivo che rappresenta anche un simbolo nuovo. “Auguro a tutti bambini di avere dei genitori come i miei che mi hanno sempre lasciato la libertà di scegliere”.

È facile prevedere che da oggi Jannik Sinner sia il livello di modello per le generazioni più giovani e per le loro famiglie. Una boccata di ossigeno per tutta l’Italia, non solo quella dello sport.

AGI – In pochi, dopo quel doppio 6-3 iniziale, avrebbero previsto ciò che invece è successo dopo: che, come un golem, risorgesse dalle sue ceneri scrollandosi di dosso la pesantezza che per un’ora e mezza aveva contraddistinto la sua testa e le sue gambe, in rigoroso ordine d’importanza. E invece uno stupefacente Jannik Sinner ha battuto in rimonta Daniil Medvedev (3-6 3-6 6-4 6-4 6-3) conquistando gli Australian Open e il suo primo Slam.
 
L’ultimo italiano a vincere uno dei quattro titoli che compongono il Grande Slam era stato Adriano Panatta 48 anni fa al Roland Garros. Il successo di Jannik è arrivato dopo un match di impressionante durezza che si è risolto soprattutto sul piano fisico ma non solo: l’italiano ha perso i primi due parziali pagando forse più di quanto ci si aspettava (considerando la sua ormai proverbiale capacità di mantenere alta la concentrazione in qualunque situazione di gioco) il fatto di disputare la prima finale Slam della carriera.
 
E invece Sinner ha atteso pazientemente che il russo iniziasse a pagare la stanchezza che inevitabilmente avrebbe patito dopo aver dovuto vincere al quinto set ben tre degli incontri che lo avevano portato alla finale. Ha accettato di non essere in una di quelle giornate in cui ogni scelta è quella giusta e, fattore determinante, ha metabolizzato in fretta il fatto di essere stato sorpreso dalla scelta tattica del russo: giocare molto più vicino del solito alla linea di fondo, asfissiare l’avversario con un ritmo altissimo e appena possibile conquistare la rete dove si è esibito in una galleria di tocchi e volee acrobatiche come forse mai gli è successo in carriera.
 
Sinner, che ha tenuto incollati al televisore milioni di italiani per tre ore e 44 minuti, dalle 9.30 al pranzo della domenica (posticipato per l’occasione) è stato il grande protagonista di un evento che non si verificava dai fausti tempi delle seconde manche di gigante e speciale di Coppa del Mondo di sci disputate da Alberto Tomba. Ha via via conquistato campo dopo aver capito che la sua unica possibilità era ridiventare più medvedeviano di Medvedev dopo che per un’ora e mezza il russo era stato assai più sinneriano di Sinner. Il segno della sua stabilità mentale è arrivato dal servizio: con la prima per lunghe fasi del match al di sotto del 50% è stato capace di alzare medie ed efficacia rispedendo il russo indietro: nel campo e nella storia del match.
Quinto italiano a conquistare un titolo Slam dopo Nicola Pietrangeli (due volte a Parigi nel ’59 e ’60), Adriano Panatta (Parigi nel ’76), Francesca Schiavone (Parigi nel 2010) e Flavia Pennetta (New York nel 2015), primo italiano di sempre a vincere a Melbourne, tennista più giovane a imporsi down under dopo Novak Djokovic che ce la fece nel 2008 quando ancora doveva compiere 21 anni: la meravigliosa storia di Jannik Sinner è solo all’inizio. E l’Italia ha trovato un idolo sportivo che rappresenta anche un simbolo nuovo. “Auguro a tutti bambini di avere dei genitori come i miei che mi hanno sempre lasciato la libertà di scegliere”.
È facile prevedere che da oggi Jannik Sinner sia il livello di modello per le generazioni più giovani e per le loro famiglie. Una boccata di ossigeno per tutta l’Italia, non solo quella dello sport.

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