“Gabriele Micalizzi può vedere da entrambi gli occhi, anche se in modo un po’ sfocato, ed è in grado di stare in piedi”. Ad annunciarlo, a quattro giorni dal ferimento del fotoreporter milanese nell’esplosione di una granata a Deir el-Zor, in Siria, è l’agenzia fotografica che Micalizzi che ha contribuito a fondare, Cesura. Il fotografo milanese di 35 anni, che si trovava al seguito delle truppe curdo-americane durante l’offensiva anti Isis, sarebbe quindi riuscito a salvare anche il bene più prezioso per un fotografo, la vista, nonostante sia stato investito dalle schegge per lo scoppio di un razzo Rpg lanciato dagli irriducibili dello Stato Islamico.
“In seguito ai recenti eventi riguardanti il nostro fotografo, co-fondatore, amico e fratello Gabriele Micalizzi in Siria – si legge nel post che Cesura ha pubblicato su Instagram -, vorremmo aggiornarvi sulle sue condizioni. Gabriele è attualmente nell’ospedale militare di Bagdad e viene curato dai medici per la lesione a occhi e braccia. Ieri abbiamo parlato con Gabriele al telefono e ha confermato che sta bene, è in grado di alzarsi in piedi e può vedere da entrambi gli occhi anche se in modo un po’ sfocato”.
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Raggiunto telefonicamente, anche il fotografo di Cesura Alessandro Sala ha confermato che dal punto di vista emotivo Micalizzi si sta riprendendo al meglio: “Lo abbiamo sentito con lo stesso spirito di sempre. Quindi bene. Vigile, pimpante, ha una bella voce”. E ha poi spiegato in che modo nell’agenzia fotografica hanno vissuto questi quattro giorni di apprensione, non nuova per la loro esperienza professionale: “Un tuffo nel passato a 4 anni fa, quando abbiamo perso Andy Rocchelli in Ucraina. Poi c’erano talmente tante questioni da gestire, tra l’Unità di crisi, le comunicazioni, le strutture migliori dove accoglierlo al ritorno, che abbiamo cercato di non pensare troppo alle conseguenze. Ma comunque sembrava proprio un ritorno al passato che nessuno di noi avrebbe voluto ripercorrere”.
Ora si attende il decorso post operatorio e poi, tra qualche giorno, Micalizzi potrà tornare ad abbracciare la sua famiglia, la moglie Ester e le due figlie, oltre ai tanti colleghi e amici che lo attendono, anche se il fotoreporter, ha sottolineato ancora Sala, non è apparso scosso da quanto accaduto: “Si ricorda tutto fino al momento dello scoppio. L’esplosione, le schegge e poi di aver perso la vista ed essere rimasto steso a terra in attesa dei soccorsi. Per adesso ci siamo salutati con il ‘never give up’ che è un po’ il nostro motto, a testimonianza che Gabriele è la roccia di sempre”.
Micalizzi, originario di Milano aveva contribuito a fondare Cesura insieme al guru del fotogiornalismo Alex Majoli e altri suoi colleghi a Pianello Valtidone, in provincia di Piacenza. E non era nuovo a esperienze di guerra. Da anni, infatti, era impegnato sui fronti più caldi del mondo, in particolare in Medio Oriente, come Libia, Egitto, nella Striscia di Gaza e, appunto, in Siria.
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Il fotografo Chaim: “Gabriele ripeteva: Non riesco a vedere, prendi le mie macchine fotografiche”
di GABRIELLA COLARUSSO
“Siamo estremamente felici di poter contestare le recenti notizie sulla perdita dell’occhio sinistro che i media hanno pubblicato – prosegue il post – e Gabriele, la famiglia Micalizzi e Cesura desiderano ringraziare le persone che con rapidità ed efficienza hanno aiutato a salvarlo e a evacuarlo dalla zona dell’incidente”. Nello specifico, i ringraziamenti si sono rivolti all’Unità di crisi della Farnesina e alla rete diplomatica italiana, che sta organizzando il ritorno di Gabriele in Italia. Senza dimenticare, conclude Cesura, “l’intero team medico dell’ospedale americano di Bagdad che lo ha accolto e con grande dedizione si è preso cura di lui”.