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G20, mandato all’Ocse per stilare la lista nera dei paradisi fiscali

Set 5, 2016

HANGZHOU (Cina) – Il caso Apple arriva sul tavolo del G20. Dopo la maxi multa arrivata dalla Commissione europea che ha imposto all’Irlanda di recuperare 13 miliardi di euro di tasse non pagata dal colosso di Cupertino e la proteste americane che denunciano “l’attivismo di Bruxelles contro le aziende Usa”, il summit cinese si prepara a una stretta sull’elusione fiscale.

Il comunicato finale del G20 di Hangzhou conterrà la previsione di una “lista nera” dei paradisi fiscali e “misure di ritorsione” nei loro confronti. Ad annunciarlo è stato il ministro francese dell’Economia, Michel Sapin, il quale ha aggiunto che ci saranno elementi che non sono “mai stati evocati in un comunicato dei capi di stato e di governo” del G20 per una “lotta concreta ed effettiva” contro questa piaga. Sapin ha aggiunto che la lista nera “dovrà essere elaborata entro luglio 2017” così come la decisione sulle sanzioni per chi ne farà parte.

Nella bozza di conclusioni il G20 scrive di impegnarsi a “stimolare una crescita inclusiva, solida, sostenibile e l’occupazione”. Il summit invita a approfondire i legami tra “riforme strutturali, commercio, investimenti e Pil”. Anche contribuendo ad aumentare la “percezione delle persone sui benefici di commercio e investimenti”.

“In un contesto di crescita fiacca di commercio e investimenti”, i leader del G20 riconoscono “il bisogno di comprendere e spiegare meglio come commercio e investimenti possano contribuire a stimolare di più una crescita inclusiva e l’occupazione, e i legami tra misure strutturali, commercio, investimenti e prodotto interno lordo”. I leader del G20 chiedono, poi, alle grandi organizzazioni internazionali di “identificare modi e mezzi per promuovere una crescita inclusiva, robusta, sostenibile” su commercio e investimenti, inclusi i miglioramenti del modello economico attuale di commercio, la segnalazione di misure restrittive, la promozione e la facilitazione degli investimenti, l’aumento di “coerenza e complementarietà” tra commercio e regime di investimenti, e la promozione di catene di valore globali “inclusive e coordinate”.

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Il richiamo alle riforme è stato uno dei temi toccati anche dal presidente del Consiglio Matteo Renzi nel suo intervento durante i lavori: “È importante che le riforme”, anche nel settore della finanza, “calino nella realtà quotidiana delle persone”, ha affermato sottolineando la “crescente sensazione di sfiducia da parte dei cittadini, in particolare delle classi medie, nei confronti della finanza”.

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