Europa
Le compagnie aeree costrette a cancellare i voli verso l’Italia, tutti gli expat a terra. Non resta che sperare nel voucher di rimborso del biglietto
di Simone Filippetti
Le compagnie aeree costrette a cancellare i voli verso l’Italia, tutti gli expat a terra. Non resta che sperare nel voucher di rimborso del biglietto
21 dicembre 2020
3′ di lettura
Nel pomeriggio di domenica 20 Dicembre, all’aeroporto di Gatwick, nel nuovo, ma scomodissimo, North Terminal, una immensa struttura a ponte, c’erano molte persone in attesa di imbarcarsi sul volo della British Airways per Bologna. Tutti italiani: famiglie, uomini d’affari, studenti o giovani camerieri. Dei 700mila connazionali che vivono in Inghilterra, di cui la metà nella sola Londra, la sesta città italiana per abitanti, molti si preparavano, buoni ultimi, a tornare al loro paese per Natale. Ma non sono mai partiti.
I passeggeri del volo BA0542 si sono tolti, come tutti i residenti sul territorio inglese, bloccati. L’Italia ha chiuso le frontiere con il Regno Unito: nessuno può lasciare il paese alla volta dell’Italia. La doccia gelata decreto del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ha colto tutti di sorpresa. E l’effetto immediato, con le compagnie aeree colte anch’esse alla sprovvista, ha scatenato rabbia e frustrazione tra le centinaia di expat in partenza.
Addio al Natale in famiglia
Ritorno in Italia vietato, addio Natale in famiglia, migliaia di euro, tra biglietti aerei e tamponi, in fumo. Il Consolato italiano e l’Ambasciata a Londra sono stati tempestati da centinaia di chiamate. “Siamo rimasti al telefono fino a mezzanotte per rispondere alle chiamate” spiega il console Marco Villani, la mattina dopo una domenica disastrosa. Ma c’era poco da fare: la decisione, unilaterale e immediata, non lascia alternative. Per chi non è già sbarcato in Italia, non ci sarà altra alternativa al dover passare le feste nel Regno Unito.Mestamente, gli italiani che già pregustavano il ritorno a casa, alla fine di un anno da incubo, sono dovuti tornare indietro, dove hanno subito dato sfogo alla loro rabbia.Il blocco dei voli ha creato un effetto imbuto perché domenica 20 dicembre era anche l’ultimo giorno utile per poter tornare in Italia senza doversi mettere in isolamento all’arrivo. E dunque gli aeroporti inglesi erano pieni di “emigrati” dell’ultim‘ora.
La rabbia sui social media
La frustrazione esplosa sui social media è indirizzata non tanto alla cancellazione in sé dei voli, imprevisto ormai quotidiano nell’era del Covid, ma per la mancanza di preavviso. Fino a oggi una costante della Gran Bretagna sulla pandemia è stata quella di annunciare qualsiasi provvedimento sempre con un anticipo per poter permettere alle persone di organizzarsi. Ma stavolta il provvedimento è partito dall’Italia, e subito operativo: chi era in aeroporto in procinto di imbarcarsi, non ha potuto fare altro che ripiegare sui famigerati “voucher” delle compagnie aeree. E incassare pure la batosta del tampone: il nuovo decreto del governo Conte ha imposto agli italiani provenienti da Uk l’obbligo di tampone effettuato non più di 48 ore prima. Per una famiglia di 4 persone, che ieri si è vista negare l’imbarco mentre era con un piede già in aereo, un amaro regalo di natale da 600-700 sterline: soldi spesi per niente.
“L’Italia avrebbe almeno potuto permettere a chi era già in aeroporto di partire “ è la protesta che hanno cantato in coro i connazionali. Se sia più colpa dell’Italia o del Regno Unito è quesito perfetto per impegnare il giorno di Natale 2020.Beffa nella beffa, c’è chi nella stessa domenica di caos è comunque riuscito a tornare in Italia da Uk, anzi quasi ignaro della tegola di Natale.
La fortuna di Ryanair
Il blocco aereo, con effetto immediato, è stato annunciato nel pomeriggio: ancora la mattina di domenica da Stansted, moti voli Ryanair sono partiti alla volta deIl’Italia. Casualità, la maggior parte dei collegamenti della compagnia low cost dal mega hub nel Cambridgshire sono tutti nelle prime ore della giornata. Per i fortunati dell’orologio, però, scatta un’altra trappola: dopo aver speso una follia per fare un tampone in UK, dove la sanità pubblica li fa solo a chi gravi sintomi, tutti gli altri devono pagare rivolgendosi a cliniche private, dovranno ora farne un altro in Italia. Ma è un fastidio marginale rispetto all’agognato ritorno a casa.Nebbia fitta invece per chi dall’Italia vorrà andare in Uk. Il decreto parla di “interdizione dello spazio aereo” e pare di capire che sia in entrambi i sensi.