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Frodi sull’assistenza, in sei mesi bruciati oltre 150 milioni

Ago 29, 2019

L’inchiesta

Una sistematica emorragia di denaro pubblico per le truffe sulla spesa previdenzale, assistenziale e sanitaria. La Guardia di finanza e l’Inps hanno alzato il livello dei controlli con un protocollo d’intesa che ha già portato alla denuncia di oltre 13mila persone

di Ivan Cimmarusti

29 agosto 2019


Evasione fiscale e riciclaggio, una catena da spezzare

3′ di lettura

Ad Ascoli un uomo s’è intascato due pensioni della mamma deceduta. Una truffa da 80mila euro, simile per tipologia ad altre individuate dalla Guardia di finanza nel corso delle verifiche incrociate con l’Inps, per stanare le frodi che pesano sulla spesa assistenziale. Una sistematica emorragia di denaro che, negli ultimi sei mesi ha raggiunto la somma di 157 milioni di euro. Senza contare i circa 50 milioni di assegni sociali illecitamente intascati da soggetti privi dei requisiti per ottenerli.

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La spesa previdenziale

Le attività di verifica della Guardia di finanza si inseriscono nell’ambito del protocollo d’intesa siglato con l’Istituto nazionale di previdenza sociale, per potenziare «le azioni di prevenzione, ricerca e repressioni delle violazioni inerenti al comparto della previdenza e assistenza». Irregolarità che «possono determinare danno al sistema economico-produttivo, comportando sprechi, cattive gestioni ed indebiti arricchimenti, con riferimento alla spesa pubblica nazionale». Basti pensare che nei dati semestrali – gli ultimi disponibili – le Fiamme gialle hanno avviato, sul fronte del contrasto agli illeciti nel settore della spesa pubblica, 10 diversi piani operativi. Non solo: sono state potenziate le «collaborazioni con le Autorità e gli Enti di gestione, con particolare riferimento ai settori della spesa previdenziale, sanitaria, dei fondi europei destinati alla realizzazione di progetti, dove il corretto impiego delle risorse, oltre a contribuire a contenere l’esborso complessivo dello Stato, come nel caso di trattamenti pensionistici e di invalidità non spettanti, si traduce in un miglioramento della qualità della spesa, con positive ricadute in termini di sviluppo del Paese».

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Ad Ascoli intascati illecitamente 80mila euro

Il caso di Ascoli è emblematico. Per cinque anni un uomo ha prelevato illecitamente due pensioni (di vecchiaia e di invalidità civile, quest’ultima a titolo di indennità di accompagnamento), per una somma di circa 80mila euro. Il caso è stato scoperto incrociando la posizione di alcuni soggetti che, pur avendo avuto la residenza nella provincia di Ascoli, dopo il decesso erano state sepolte in altre località. Ed è proprio grazie a questa circostanza che è stata individuata la donna, deceduta all’età di 96 anni e, quindi, sepolta in un cimitero del Lazio. Si è così scoperto che la stessa era ufficialmente ancora in vita e, come rilevato all’Anagrafe Tributaria, ancora in grado di godere appieno delle pensioni riconosciutegli in precedenza. Attraverso una serie di dati incrociati tra gli archivi del Corpo, dell’Agenzia delle Entrate, degli Uffici d’Anagrafe e dell’Inps, è stata ricostruita l’intera entità delle indebite percezioni, rilevate in poco più di 1.600 euro mensili.

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