Squalifica fino al 31 dicembre 2023.E’ stata notificata alle parti ieri sera la sentenza emessa dalle Sezioni Unite della Corte Federale di Appello della Figc in merito alla vicenda che ha coinvolto l’ex tecnico della Novese Giuseppe Maurizio Fossati.
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Il secondo grado di giustizia sportiva ha aumentato la squalifica rispetto al primo grado portandola dai 9 mesi originari al dicembre 2023. Sempre il giudizio di secondo grado di giustizia sportiva ha dichiarato inammissibili nel processo gli interventi delle calciatrici che avevano testimoniato nel corso delle indagini.
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“Ma dove vai che pesi cento chili”. E’ una delle tante frasi pronunciate dal tecnico e contenute nel primo provvedimento disciplinare della Figc che squalificava Fossati per nove mesi: “L’allenatore ha insultato e denigrato le proprie giocatrici per motivi legati all’orientamento sessuale e all’aspetto fisico – si legge nel provvedimento – la sua condotta è inaccettabile per il ruolo che l’allenatore è chiamato a ricoprire ( oltretutto in una squadra femminile) e rappresentare in termini di educazione non solo sportiva”. “Sei grassa come un maiale”, si è sentita dire una delle giocatrici.
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Fossati è invece al telefono con il padre di una delle atlete quando, parlando della calciatrice che chiede lo svincolo dalla società: “Tu e quella lesbica di tua figlia, purtroppo le piacciono le donne e quindi va a cercarne altre”. Quella conversazione gli era valsa anche l’accusa di estorsione e minaccia perché secondo l’accusa Fossati avrebbe chiesto soldi al padre della giocatrice, un’accusa che la commissione di disciplina rigetta. Nessuna minaccia – dice il provvedimento – ma la conferma “il temperamento tracotante dell’allenatore che si sente padrone indiscusso della società”. “Alla Novese comando io”, è solito dire Fossati.
Bisognerà ora attendere la pubblicazione delle motivazioni della sentenza per capire quali condotte sportive illegittime siano state imputate a Fossati che era stato originariamente deferito in primo grado alla giustizia sportiva per avere pronunciato, secondo l’accusa, frasi volte a “denigrare e/o insultare le proprie giocatrici per motivi legati all’orientamento sessuale e all’aspetto fisico”.