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Francia: inquinamento alto, il bike-sharing diventa gratuito

Lug 15, 2023

Tutti noi conosciamo ormai bene il problema dell’inquinamento atmosferico, ci conviviamo  troppo spesso con rassegnazione viste le difficoltà, a livello politico, di mantenere le decisioni prese per contrastarlo. Mai però come negli ultimi anni la questione è diventata seria, soprattutto per chi vive in città affollate e dense di veicoli a benzina. Le patologie legate all’inquinamento stanno aumentando e coinvolgendo non più solo l’apparato respiratorio, ma anche altre sedi come il delicato sistema endocrino. 
Se collettivamente non si interviene potremmo presto trovarci ad affrontare problematiche sanitarie per le quali non ha senso intervenire sui sintomi, basti pensare a tutto ciò che riguarda le difficoltà riproduttive. E’ chiaro che la parte del leone la giocano le politiche a grandi scala e che pretendere degli sforzi da parte dei cittadini stride con il semplice buonsenso, anche se ciò non deve deresponsabilizzare i singoli e legittimare comportamenti scorretti. 

L’idea francese

E’ ciò che deve aver pensato il prefetto di Bouches-du-Rhône, un dipartimento della Provenza, che di fronte al crescere dei livelli di inquinamento ha proposto di utilizzare anche l’arma delle biciclette.  In città come Marsiglia sarà possibile ottenere un abbonamento gratuito al servizio di e-bike sharing LeVélo, in modo da lasciare l’auto ferma almeno per parte della giornata. Ma non è l’unica opzione pensata dal prefetto. Se e quando l’allerta inquinamento dovesse ulteriormente alzarsi sono previste altre misure, tra cui:

Potenziamento del servizio metropolitano e tranviario nelle ore di punta;
Biglietto di corsa semplice valido come un giornaliero sulle reti pubbliche interessate .

due proposte altrettanto valide per un simile scenario e che andrebbero a completare quelle già prese relativamente al bike-sharing.

Grandi volumi, tanto inquinamento 

Questi provvedimenti fanno emergere il cuore del problema, ossia l’aumento dei mezzi a benzina circolanti e una loro sostanziale modifica nell’aspetto. E’ a tutti evidente come negli ultimi tempi si stia verificando un fenomeno preoccupante, ossia che le automobili diventano sempre più grosse. Il perché non è esattamente chiaro, probabilmente alla base ci sono mere ragioni economiche a cui un certo tipo di marketing ha spianato la strada, ma è un dato di cui bisogna prendere atto. Nonostante i consumi di questi giganti della strada siano proporzionalmente inferiori rispetto ai veicoli del passato, si tratta pur sempre di volumi enormi che vengono spostati anche per brevi distanze, spesso con una sola persona dentro. E’ un cane che si morde la coda: gli abitacoli sono diventati spaziosi e confortevoli, in auto si guardano video, si telefona, addirittura a volte si mangia, e ciò porta ad accettare più serenamente il traffico e la ricerca di un parcheggio.
Per contrastare i livelli di inquinamento locale e la formazione delle cosiddette isole di calore bisogna però sforzarsi a ridurre l’utilizzo di grossi veicoli, limitandosi allo stretto necessario e possibilmente con carico pieno. Importa poco in fin dei conti che si tratti di mezzi a motore elettrico o benzina, il problema è la quantità di volume che si va a spostare e dell’energia richiesta per farlo, è soprattutto su questo che le amministrazioni dovrebbero lavorare.

Un possibile esempio

L’idea francese è un deciso passo avanti in questa direzione perché crea un alternativa che gli utenti possono testare gratuitamente senza che gli venga imposta. 
Cominciare a ridurre i volumi dei mezzi di trasporto è una strada forse più percorribile e che le persone sono più in grado di accettare. E non è detto ci si debba subito rivolgere alla biciclette, ma a qualsiasi mezzo più piccolo e leggere adeguato al contesto nel quale si intende intervenire. Può essere il car sharing, lo scooter sharing, ma anche il trasporto pubblico locale se organizzato in maniera efficiente.
Durante la pandemia di Covid-19 abbiamo visto attuarsi qualche iniziativa simile ma l’emergenza dal punto di vista ambientale richiede che vengano continuate ad utilizzare questo tipo di soluzioni.
Speriamo che l’ intuizione francese serva da esempio anche per altre realtà e per far capire che alcuni cambiamenti possono essere percorribili senza che le nostre vite vengano stravolte.

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