• 20 Marzo 2025 21:52

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Formula 1 in lutto, addio a una figura storica

Mar 20, 2025

Ci sono personaggi che hanno lasciato un segno indelebile nel circus. Eddie Jordan è sempre stato fuori dagli schemi, in un periodo storico dove tutto era permesso in Formula 1. Nato a Dublino il 30 marzo 1948, negli anni ’70 si comprò un kart e iniziò a correre in pista. Conquistò nel 1971 il campionato irlandese di kart. Nel 1974 Jordan transitò alla Formula Ford e nel 1975 alla Formula 3. L’anno successivo si ruppe una gamba nella Formula Atlantic, dove si era aggiudicato tre gare.

Celebrò il trionfo nel campionato irlandese di Formula Atlantic nel 1978. Insieme al pilota Stefan Johansson, Jordan corse nella Formula 3 britannica nel 1979, sotto il nome di “Team Ireland” e scese in pista in una gara di Formula 2, facendo anche qualche test per la McLaren. L’irlandese, da manager, è stato un pilastro del paddock, dirigendo il suo omonimo team Jordan F1 tra il 1991 e il 2005.

La prematura scomparsa di Eddie Jordan

L’irlandese stava lottando contro una forma aggressiva di cancro alla vescica e alla prostata, che si era diffuso alla colonna vertebrale e al bacino. Lo scorso dicembre i fan avevano appurato del problema e si era capito che non gli rimanevano troppi mesi di vita. Jordan ha scritto pagine indelebili della Formula 1, festeggiando una doppietta al Gran Premio del Belgio del 1998 con Damon Hill e Ralf Schumacher. Nel 1999 la squadra divenne molto competitiva, portando al successo il driver tedesco Heinz-Harald Frentzen. Quest’ultimo si inserì nella lotta tra la Ferrari e la McLaren, giungendo terzo alla fine del campionato, complice anche l’infortunio di Michael Schumacher a Silverstone.

Eddie Jordan fu il primo a scommettere sulle potenzialità del tedesco. Prima del passaggio in Benetton, l’irlandese gli diede la chance di esordire in F1 sulla Jordan 191 motorizzata Ford. Il Kaiser lasciò tutti a bocca aperta, ma dovette ritirarsi nel GP del Belgio. Il manager fece le fortune anche di Giancarlo Fisichella, vincitore sul bagnato del GP del Brasile del 2003. Il trionfo era stato, inizialmente, assegnato al pilota della McLaren Kimi Raikkonen ma poi venne attribuito all’italiano. Prima della stagione 2006, Jordan ha venduto la squadra al Midland Group, che alla fine si è trasformata in Spyker, Force India e poi Racing Point, oggi Aston Martin.

L’ultimo saluto al manager irlandese

A causa dei suoi crescenti problemi di salute, Jordan era apparso sempre meno in pubblico. Ha lasciato la moglie Marie e quattro figli. Nel Regno Unito ha ricevuto un OBE nel 2012 per i suoi servizi alle corse automobilistiche e alla beneficenza, essendo stato il patrono dell’ente benefico per il cancro infantile CLIC Sargent e della Amber Foundation.

Nel podcast Formula For Success, condotto insieme a David Coulthard, Jordan aveva dichiarato: “A marzo e aprile mi è stato diagnosticato un cancro alla vescica e alla prostata, che poi si è diffuso alla colonna vertebrale e al bacino, quindi è stato piuttosto aggressivo. Questo è un piccolo messaggio, e ascoltatelo tutti: non sprecatelo e non rimandatelo. Andate a farvi testare, perché nella vita avete delle possibilità. E ci sono così tanti consigli medici là fuori e così tante cose che potete fare per prolungare la vostra vita. Andate e fatelo. Non siate stupidi. Non siate timidi. Non è una cosa da timidi. Prendetevi cura del vostro corpo, ragazzi“.

EJ ha portato un’abbondanza di carisma, energia e fascino irlandese ovunque andasse. Senza la sua presenza, sentiamo tutti un enorme vuoto. Mancherà a così tante persone, ma ci lascia un sacco di bei ricordi per farci sorridere nel nostro dolore“, si legge in una dichiarazione della famiglia di Jordan. La redazione di Virgilio Motori si stringe al dolore della famiglia Jordan.

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