Sarà pur vero che il futuro parlerà tutto (o quasi) elettrico, altrimenti sarebbe difficile spiegarsi l’ostinazione delle Case nel proporre veicoli a emissioni zero. Tolte rare eccezioni, i player della filiera faticano a ingranare nelle BEV e il caso di Ford è emblematico.
Raddoppiano le perdite
Già nel 2023 la divisione Model e dell’Ovale Blu, dedicata alla realizzazione delle full electric, aveva maturato delle grosse perdite. In apertura di 2024 hanno, però, raggiunto vette ancora superiori: 1,3 miliardi di dollari, a occhio e croce il doppio di quanto accusato dodici mesi prima.
Nei mesi iniziale dell’anno in corso il Costruttore ha venduto 10.000 BEV, in calo del 20% rispetto al 2023, per una perdita media di 132.000 dollari. Uscire dalle sabbie mobili è complicato, idem riequilibrare i conti, attualmente sostenuti giusto dalla controparte endotermica.
Ford Pro, perlopiù addetto a commercializzare mezzi commerciali tradizionali, ha ottenuto un profitto di 3 miliardi di euro, mentre Ford Blue (incaricata a occuparsi dei motori ICE) ha totalizzato un fatturato di 21 miliardi di dollari, sebbene in calo del 13% nel confronto con gennaio-marzo 2023.
In futuro toccherà cambiare marcia, date le direttive emanate dalla classe politica internazionale, compresa l’Unione Europea. Che per il 2035 ha stabilito di dire addio ai propulsori termici, in favore delle vetture elettriche e degli e-Fuel.
Questi ultimi continuano, peraltro, a provocare parecchi problemi alle aziende, comprese quelle tedesche, le principali promotrici. Se la Germania non avesse fatto leva sul proprio ascendente politico, forse le istituzioni avrebbero detto “no” a oltranza alla domanda di una deroga.
Invitano a pensarlo i ripetuti “niet” ai biocombustibili promossi dal Governo italiano, tornata sull’argomento negli scorsi giorni, attraverso Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. In una lettera invita ai piani alti, sottoscritta da decine e decine di compagnie, i governatori hanno lanciato l’ennesimo appello il cui esito è in dubbio.
La transizione ecologica stenta a realizzarsi
Tornando al caso di Ford, il flop delle auto elettriche conferma le problematiche nella transizione ecologica, tanto bella sulla carta quanto ardua nella messa in pratica dei principi declamati.
La perdita, motivano i vertici della Casa di Deaborn, è imputabile all’abbassamento dei prezzi di listino in risposta alle mutevoli condizioni di mercato. In parallelo alle minori entrate, sono aumentati gli investimenti nell’attività di ricerca e sviluppo per reggere il confronto coi maggiori competitor, che vi hanno destinato delle risorse ingenti.
Nel complesso, gli introiti provenienti dalle BEV hanno fruttato nel primo trimestre del 2024 un totale di 100 milioni di dollari, l’84% in meno rispetto al medesimo periodo del 2023. Le previsioni lasciano poco sperare: rimediato un rosso di 4,7 miliardi nella divisione competente, nel 2024 la cifra dovrebbe salire a 5 miliardi.
In circostanze del genere, stupirebbe poco apprendere di un clima teso negli uffici interni. Eppure, l’amministratore delegato di Ford, Jim Farley, esprime fiducia circa il risanamento dei conti. L’importante è guadagnare una posizione di superiorità nel full electric in ottica futura.
Stando alle valutazioni degli analisti, la prossima generazione ristabilirà l’ordine, ma a oggi il fine è di innovare, senza perdersi d’animo per gli elevati costi da sostenere. Il gioco vale la candela.