Con l’Europa che allenta la presa sull’elettrico e l’America che compie un vero dietrofront i Marchi del settore si trovano a seguire un cambio di rotta con considerevoli costi. Dopo anni di investimenti orientati a una transizione rapida e senza compromessi Ford ha rivisto le proprie strategie, frenando sull’elettrico e rallentando lo sviluppo di modelli a batteria, rivolgendo la propria attenzione alle richieste attuali del mercato. Una manovra da un prezzo molto alto: quasi 20 miliardi di dollari.
Le misure del piano Ford+
Il cambio di rotta rientra in una revisione profonda del piano Ford+, la strategia industriale con cui il costruttore americano puntava a diventare uno dei leader globali della mobilità elettrica. Oggi, però, l’approccio è più prudente. Una parte consistente degli investimenti inizialmente destinati allo sviluppo di nuovi modelli elettrici verrà riallocata verso segmenti considerati più redditizi e stabili, in particolare pickup e veicoli commerciali.
Non è una scelta casuale. Negli Stati Uniti, questi modelli rappresentano il cuore pulsante del business Ford e continuano a garantire margini elevati, anche in una fase di incertezza economica. Proprio in quest’ottica va letta la decisione che riguarda uno dei simboli assoluti del marchio: l’F-150. La versione Lightning, nata come pickup elettrico puro, verrà ripensata. Il futuro non sarà esclusivamente a batteria, ma passerà da una soluzione con range extender, in grado di superare i 1.100 chilometri di autonomia complessiva, rispondendo a una delle principali criticità percepite dai clienti americani: l’ansia da ricarica.
Si punta sull’ibrido
La nuova direzione strategica di Ford non è un ritorno al passato, ma piuttosto un compromesso più vicino alle esigenze reali del mercato. Gli sforzi progettuali si concentreranno sull’ampliamento di una gamma ibrida sempre più articolata, affiancata da modelli elettrici con range extender (EREV), considerati una soluzione ponte più concreta rispetto all’elettrico puro.
L’obiettivo dichiarato resta il calo di emissioni: entro il 2030, il 50% dei volumi globali Ford dovrà essere rappresentato da veicoli elettrificati, includendo ibride, EREV ed elettriche. Cambia però il peso specifico di ciascuna tecnologia. L’elettrico al 100% non è più visto come l’unica strada possibile, ma come una delle opzioni, da calibrare in base ai mercati e alle infrastrutture disponibili.
Una posizione che riflette anche un contesto internazionale sempre più complesso. La concorrenza cinese, con costi industriali più bassi, e il dominio tecnologico di Tesla mettono sotto pressione i costruttori tradizionali, soprattutto sul fronte dei margini. In questo scenario, continuare a investire massicciamente sull’elettrico senza una domanda solida rischia di trasformarsi in un boomerang finanziario.
Costo notevole
Ed è proprio sul piano economico che emergono le conseguenze più pesanti di questa retromarcia. Ford ha già messo a bilancio componenti straordinarie per circa 19,5 miliardi di dollari, legate alla revisione dei programmi elettrici, alla cancellazione o al ridimensionamento di alcuni progetti e alla riorganizzazione delle linee produttive.
Una cifra enorme, che testimonia quanto il cambio di strategia non sia indolore. Tuttavia, secondo i vertici dell’azienda, si tratta di un passaggio necessario per garantire la sostenibilità del business nel medio-lungo periodo. Meglio rallentare ora e correggere la rotta, piuttosto che continuare a bruciare risorse in un mercato che, almeno per il momento, non sembra pronto ad accogliere l’elettrico con l’entusiasmo previsto solo pochi anni fa.