La situazione europea è in fermento, non solo per il mondo delle quattro ruote, che sta fronteggiando la transizione energetica nel migliore dei modi. La ricerca delle emissioni zero entro il 2035 da una parte e la crisi del settore dall’altra stanno avendo delle conseguenze, con rinnovamento e inevitabili saluti. Fra queste c’è l’addio di una protagonista delle strade, la Ford Focus, uno dei modelli più amati nel Vecchio Continente con una storia di successo che durava dal 1998. Entro novembre 2025, l’erede della mitica Escort andrà definitivamente in pensione.
La fine di un’era
La scomparsa della Ford Focus simboleggia la fine di un approccio al mercato europeo che vedeva Ford protagonista nel segmento delle auto compatte e familiari. La Focus, fin dalla sua prima generazione, ha rappresentato un’opzione popolare per milioni di automobilisti. Oltre al prezzo accessibile, questo veicolo ha fatto breccia grazie al design convincente, alla dinamica di guida coinvolgente e alla versatilità. La possibilità di ordinarla ancora per un periodo limitato testimonia il desiderio di Ford di onorare gli ultimi attimi di carriera di un simbolo, prima della chiusura dello stabilimento tedesco dove viene prodotta.
Con la fine della Focus, gli appassionati perderanno anche una delle ultime hot hatchback ancora disponibili con il cambio manuale: la Ford Focus ST. Questa versione sportiva incarnava un certo tipo di piacere di guida che sta diventando più raro nel mercato attuale, dominato da trasmissioni automatiche ed elettrificazione. Inoltre, la Focus era disponibile anche nella pratica versione station wagon, una carrozzeria che, pur non essendo più un best-seller, rappresenta un’opzione all’insegna della versatilità
Le ragioni di Ford dietro all’addio della Focus
La decisione di eliminare la Focus dal listino europeo non è stata presa alla leggera. L’amministratore delegato di Ford, Jim Farley, ha chiarito la nuova direzione strategica dell’azienda, che mira a “uscire dal settore delle auto noiose per entrare in quello dei veicoli iconici“. In un’intervista dello scorso anno, Farley ha ammesso che modelli come la Fiesta e la Mondeo erano molto apprezzati, ma la realtà economica era che Ford non otteneva margini di profitto sufficienti a giustificare ulteriori investimenti. La strategia aziendale si sposta quindi verso modelli più redditizi come il Bronco, il Tremor, il Raptor e la Mustang.
Questa riorganizzazione strategica riflette una tendenza già in atto negli Stati Uniti, dove Fiesta, Focus, Fusion e Taurus sono stati ritirati dal mercato nordamericano diversi anni fa. Sebbene la Mustang rimanga un simbolo del marchio, si tratta di un prodotto di nicchia che non può compensare la perdita di volumi di vendita generati da modelli più generalisti come la Focus.
Una strategia diversa
La scomparsa della Focus lascia Ford senza un’auto “normale” nel suo listino europeo. Questa mossa potrebbe rappresentare una buona notizia per concorrenti come il Gruppo Volkswagen, che continuerà a produrre modelli come Golf, Octavia, Leon e A3 per i prossimi anni, e per Toyota con la sua Corolla. Questi brand si troveranno a competere per una fetta di mercato precedentemente occupata dalla Ford Focus, offrendo alternative consolidate nel segmento delle auto compatte.
Tuttavia, Ford non abbandona il mercato del Vecchio Continente. La nuova strategia si concentra su segmenti più dinamici e sull’elettrificazione. Attualmente, Ford offre modelli come la Puma e la Kuga (nota negli Stati Uniti come Escape). Inoltre, la gamma si sta arricchendo di veicoli elettrici, tra cui la Puma in versione EV, la Mustang Mach-E, l’Explorer EV (basato sulla piattaforma Volkswagen ID.4) e la Capri (basata sulla ID.5).