AGI – Bianco e azzurro. Un po’ di tricolore, ma soltanto per dire che bianco, rosso e verde sono i colori che il Napoli si appunterà sulla maglia come terzo scudetto molto presto. Domani forse. In tanti ci sperano, vedono la notte che verrà come la più lunga, da ingannare e far passare in fretta, perché la squadra sarà in casa, nella bolgia dello stadio Maradona, nella città che sembra una polveriera pronta a esplodere. “Un terremoto” prevede “’a nonna”, che non vuol rivelare il suo nome, perché la bancarella nel cuore di Forcella è abusiva. C’era ieri, c’è oggi e forse domani, chissà. “Dipende”.
Porta nel cuore Diego Armando Maradona, che a Forcella era di casa, con le sue scorribande notturne. E sui muri, sulle finestre, il suo volto è ovunque, con le foto ormai iconiche, con le scritte che ripetono ossessivamente il soprannome, Dios, oppure il numero della sua maglia, il 10, o ancora semplicemente Diego, come si chiamano in tanti nel quartiere con meno di 35 anni.
Nastri, bandiere, striscioni. Il centro storico di Napoli ha perso la patina grigia e scrostata dei vecchi palazzi che tracciano i decumani e fanno tanto folklore, e si è colorata di azzurro, con qualche tocco di oro per segnare un 3 gigantesco, come il numero degli scudetti. Perché non c’è matematica che tenga: a Forcella Spalletti & C. sono già celebrati come campioni.