• 4 Gennaio 2025 7:33

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Fonseca, Landaluce e Federico Cinà, la carica degli anti-Sinner

Gen 1, 2025

AGI – Chi proverà a incastrare Jannik Sinner? Qualcuno che lo vorrebbe per così dire “incastrare” c’è, ma fuori dal campo: il 2025 del numero 1 al mondo si apre infatti accompagnato dall’incertezza su quale sarà, non prima di febbraio, l’esito del ricorso Wada al Cas di Losanna in merito alla famigerata contaminazione da Clostebol rilevata ormai quasi un anno fa. Ma qui il discorso riguarda invece il campo: chi davvero potrà intaccare la leadership dell’azzurro o almeno provarci?
Partiamo da quelli futuribili, nel senso che la loro crescita è in corso d’opera e l’anno che sta per cominciare potrebbe vederli in una condizione analoga a quella che lo stesso Jannik e Carlos Alcaraz occupavano un paio di anni fa: quella dei predestinati. I nomi più indicati sono quelli del brasiliano Joao Fonseca, del cinese Shang Juncheng e del francese Arthur Fils. Dalla seconda fila scatteranno lo svizzero Dominic Stricker, l’americano Alex Michelsen e il ceco Jakob Mensik. Alle loro spalle c’è il nome che probabilmente merita maggiore attenzione: quello dello spagnolo Martin Landaluce.
Joao Fonseca, 18 anni, è il giovane di cui si parla di più anche perché dopo aver vinto lo Us Open juniores ha conquistato le Next Gen Finals pochi giorni fa a Jeddah. Ma soprattutto perché, se possibile, lascia intravvedere nel suo gioco dei margini di miglioramento che potrebbero fare di lui un “Alcasinner” 3.0. Intanto dispone già oggi di una prima palla di servizio che si attesta spesso intorno ai 220 chilometri all’ora e una seconda che salta piuttosto alta, segno di un lavoro già a buon punto sul fondamentale più importante del tennis contemporaneo.

Veloce nelle esecuzioni di dritto e rovescio non trasmette però mai la sensazione di “strappare” i colpi. Da buon brasiliano è nato sulla terra rossa ama alternare colpi profondi a dropshot e slice di rovescio (che talvolta esce un po’ debole dalla racchetta) ma pecca ancora (e avendo solo 18 anni è ampiamente perdonabile) in strategia e questo lo porta talvolta a commettere qualche svarione. A rete non sembra un fenomeno ma se ci ricorda del Sinner prima maniera è lecito attendersi rapidi miglioramenti.
Martin Landaluce, anche lui 18 anni, invece può essere definito il piccolo Zverev. Non passa inosservato visto che è biondo come il tedesco e con gli occhi azzurri, un’estetica assai più nordica che mediterranea: ma il suo tennis, ancora grezzo se paragonato a Fonseca, è in effetti vicino a quello di Zverev: gran lottatore, senza il senso del colpo a sorpresa di Carlos e le rotazioni di Nadal: ma con una statura che promette di fare di lui un avversario assai ostico quando prende campo e conquista la rete. Ma siamo ancora sul piano delle previsioni per il futuro. 
In questo primi giorni della nuova stagione si è rivisto anche lo svizzero Stricker che di anni ne ha 22 ma la scorsa stagione l’ha giocata pochissimo a causa di infortuni di varia natura. Stricker ha una fisicità molto diversa da quelli dei più giovani virgulti: ricorda un po’ Leconte e il suo connazionale Wawrinka per la tendenza ad accusare qualche chiletto di troppo. Ma è fulminante nei colpi, sfrontato nelle scelte anche più azzardate e fino ad ora in carriera certo non ha raccolto granché: il che potrebbe essere un fattore scatenante visto che il 2025 dovrà essere per lui l’anno delle conferme.
E l’Italia? Un nome c’è anche se ci si potrà aspettare da lui qualcosa di molto sostanzioso presumibilmente dal 2026. Il nome è quello di Federico Cinà, figlio di quel Francesco che tanto peso ha avuto nella carriera di Roberta Vinci. Federico, 17 anni, da Palermo, ha una determinazione assoluta, grande entusiasmo nel giocare, buon equilibrio mentale: nell’anno che verrà varrà la pena di tenerlo d’occhio. Perché il fenomeno Italia non si ferma mai.

AGI – Chi proverà a incastrare Jannik Sinner? Qualcuno che lo vorrebbe per così dire “incastrare” c’è, ma fuori dal campo: il 2025 del numero 1 al mondo si apre infatti accompagnato dall’incertezza su quale sarà, non prima di febbraio, l’esito del ricorso Wada al Cas di Losanna in merito alla famigerata contaminazione da Clostebol rilevata ormai quasi un anno fa. Ma qui il discorso riguarda invece il campo: chi davvero potrà intaccare la leadership dell’azzurro o almeno provarci? Partiamo da quelli futuribili, nel senso che la loro crescita è in corso d’opera e l’anno che sta per cominciare potrebbe vederli in una condizione analoga a quella che lo stesso Jannik e Carlos Alcaraz occupavano un paio di anni fa: quella dei predestinati. I nomi più indicati sono quelli del brasiliano Joao Fonseca, del cinese Shang Juncheng e del francese Arthur Fils. Dalla seconda fila scatteranno lo svizzero Dominic Stricker, l’americano Alex Michelsen e il ceco Jakob Mensik. Alle loro spalle c’è il nome che probabilmente merita maggiore attenzione: quello dello spagnolo Martin Landaluce.Joao Fonseca, 18 anni, è il giovane di cui si parla di più anche perché dopo aver vinto lo Us Open juniores ha conquistato le Next Gen Finals pochi giorni fa a Jeddah. Ma soprattutto perché, se possibile, lascia intravvedere nel suo gioco dei margini di miglioramento che potrebbero fare di lui un “Alcasinner” 3.0. Intanto dispone già oggi di una prima palla di servizio che si attesta spesso intorno ai 220 chilometri all’ora e una seconda che salta piuttosto alta, segno di un lavoro già a buon punto sul fondamentale più importante del tennis contemporaneo.
Veloce nelle esecuzioni di dritto e rovescio non trasmette però mai la sensazione di “strappare” i colpi. Da buon brasiliano è nato sulla terra rossa ama alternare colpi profondi a dropshot e slice di rovescio (che talvolta esce un po’ debole dalla racchetta) ma pecca ancora (e avendo solo 18 anni è ampiamente perdonabile) in strategia e questo lo porta talvolta a commettere qualche svarione. A rete non sembra un fenomeno ma se ci ricorda del Sinner prima maniera è lecito attendersi rapidi miglioramenti.Martin Landaluce, anche lui 18 anni, invece può essere definito il piccolo Zverev. Non passa inosservato visto che è biondo come il tedesco e con gli occhi azzurri, un’estetica assai più nordica che mediterranea: ma il suo tennis, ancora grezzo se paragonato a Fonseca, è in effetti vicino a quello di Zverev: gran lottatore, senza il senso del colpo a sorpresa di Carlos e le rotazioni di Nadal: ma con una statura che promette di fare di lui un avversario assai ostico quando prende campo e conquista la rete. Ma siamo ancora sul piano delle previsioni per il futuro.  In questo primi giorni della nuova stagione si è rivisto anche lo svizzero Stricker che di anni ne ha 22 ma la scorsa stagione l’ha giocata pochissimo a causa di infortuni di varia natura. Stricker ha una fisicità molto diversa da quelli dei più giovani virgulti: ricorda un po’ Leconte e il suo connazionale Wawrinka per la tendenza ad accusare qualche chiletto di troppo. Ma è fulminante nei colpi, sfrontato nelle scelte anche più azzardate e fino ad ora in carriera certo non ha raccolto granché: il che potrebbe essere un fattore scatenante visto che il 2025 dovrà essere per lui l’anno delle conferme. E l’Italia? Un nome c’è anche se ci si potrà aspettare da lui qualcosa di molto sostanzioso presumibilmente dal 2026. Il nome è quello di Federico Cinà, figlio di quel Francesco che tanto peso ha avuto nella carriera di Roberta Vinci. Federico, 17 anni, da Palermo, ha una determinazione assoluta, grande entusiasmo nel giocare, buon equilibrio mentale: nell’anno che verrà varrà la pena di tenerlo d’occhio. Perché il fenomeno Italia non si ferma mai.

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