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Fondo salva-Stati, è scontro politico. I nodi della riforma del Mes – QUOTIDIANO.NET

Nov 19, 2019

Roma, 19 novembre 2019 – Dopo l’Ilva e Venezia, la politica italiana discute sul Mes. Il Mes è il Meccanismo Europeo di Stabilità, un’evoluzione del vecchio Fondo salva stati (Fondo europeo di stabilità finanziaria), messo a punto nel 2011 nell’Unione Europea allo scopo di fronteggiare le crisi finanziarie come quella che ha travolto la Grecia. La filosofia è quella di concedere aiuti in cambio di riforme strutturali e conseguenti sacrifici. In questi mesi l’Europa ha affrontato la riforma del Mes, con l’obiettivo di concluderla entro l’anno: in vista dell’Eurogruppo in programma a dicembre (il 4 e il 13), in Italia infuriano le polemiche.

Salvini contro la riforma del Mes

E’ Matteo Salvini oggi a puntare il dito contro la riforma. “Conte subito in Parlamento a dire la verità, il Sì alla modifica del Mes sarebbe la rovina per milioni di italiani e la fine della sovranità nazionale”, tuona in un post l’ex vicepremier. Poi in una conferenza stampa a Terni spiega: “La modifica di questo trattato di stabilità mette a rischio il risparmio e i titoli di stato di milioni di italiani. Da oggi a domani l’Europa deciderebbe, in base al rischio, quale titolo di Stato vale di più e quale vale di meno, chi può essere aiutato, chi deve pagare e chi non deve pagare”.

M5s chiede vertice di maggioranza

La posizione di Salvini è condivisa anche dai Cinque Stelle, forza di governo, che pretendono dal loro stesso capo politico Di Maio “un vertice di maggioranza, perché sul Mes noi non siamo d’accordo”. In una nota i deputati pentastellati accusano: “Il Parlamento non può essere tenuto all’oscuro dei progressi nella trattativa e non è accettabile alcuna riforma peggiorativa. Oggi è chiaro, invece, che la riforma del Mes sta andando proprio nella direzione che il Parlamento voleva scongiurare”.

La posizione di Conte

A gettare acqua sul fuoco ci pensa la presidenza del Consiglio. Fonti di governo ricordano intanto che che sulla ratifica della revisione del Meccanismo Europeo di Stabilità il Parlamento è sovrano e che non c’è nessun emergenza. Si sottolinea poi che Conte già a giugno ha chiarito al Consiglio Ue che la revisione del Mes va inserita in un pacchetto di riforme. Effettivamente a giugno scorso, all’Eurogruppo prima e all’Eurosummit con i capi di Stato e di governo poi, l’allora ministro dell’Economia Giovanni Tria e Giuseppe Conte insistettero perché la riforma viaggiasse parallela al completamento dell’Unione bancaria con lo schema comune di assicurazione dei depositi. Senza una “logica del pacchetto”, quindi, Conte al Consiglio Ue di dicembre, punterà al rinvio della riforma, per la quale peraltro serve un ok unanime.

Intanto fonti del Mef precisano che è già in programma per il 27 novembre l’audizione del ministro Gualtieri in Commissione Finanze del Senato in merito al Mes.

In cosa consiste la riforma del Fondo salva stati

Ma in cosa consiste la riforma del Mes criticata da Salvini e non solo? Secondo quanto concordato finora all’Eurogruppo per accedere agli aiuti del Mes il governo dovrà rispettare tre condizioni: non essere in procedura di infrazione; avere il deficit sotto al 3% da due anni, rispettare la regola che impone di avere il rapporto debito Pil inferiore al 60%. L’Italia evidentemente è fuori da questi parametri ma potrebbe comunque beneficiare dell’intervento del Fondo a patto di accettare la ristrutturazione del debito.

Come spiega Carlo Cottarelli, il punto controverso della riforma è una “sorta di presunzione favorevole alla ristrutturazione del debito in caso di necessità”. Cosa che “aumenta il rischio che anche piccole crisi possano andare fuori controllo”. In particolare c’è l’ipotesi di una analisi preventiva di sostenibilità del debito. In questo modo già in anticipo si saprebbe se un Paese deve ricorrere alla sua ristrutturazione per avere accesso all’assistenza del Mes. “Poniamo”, osserva Cottarelli, “di essere in una situazione di crisi, con lo spread che sale e il mercato che comincia a pensare che il Paese abbia necessità di sostegno. E’ ovvio che, a fronte di una presunzione di ristrutturazione, nessuno comprerebbe più i titoli di Stato in questione, facendo avvitare la crisi”.

Si tenga conto che più del 70% del nostro debito pubblico è in mano a investitori nazionali: ecco perché Salvini e gli altri sostengono che una riforma così concepita metterebbe a rischio il risparmio e i titoli di stato di milioni di italiani.

I tempi della riforma

Il nuovo trattato Mes riformato dovrebbe entrare in vigore una volta che sarà ratificato dai Parlamenti di tutti i 19 Stati membri della zona euro. Il processo di ratifica dovrebbe iniziare dopo l’accordo formale sul testo del nuovo trattato e gli altri documenti collegati su cui si esprimerà il Consiglio europeo di dicembre.

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