L’Fmi quindi promuove le mosse delle Banche centrali, Fed e Bce in testa (finite di recente al centro di accese polemiche), ma mette in guardia sugli effetti negativi che possono avere sulla stabilità dei mercati finanziari. E invita i Governi a fare la loro parte con politiche di bilancio espansive, quando possibile, e con risposte coordinate a livello internazionale in caso di deterioramento del quadro.
LE PREVISIONI DELL’FMI
Pil, var % annua
Per la Germania, si legge nel report, «aumentare gli investimenti pubblici o ridurre il cuneo fiscale alimenterebbe i consumi, rafforzerebbe il potenziale di crescita e ridurrebbe gli eccessi di surplus delle partite correnti», stimato al 7% quest’anno e al 6,6% il prossimo, dall’8,1% del 2017. Il capo-economista dell’Fmi, Gita Gopinath, invita Berlino «ad approfittare dei tassi negativi per investire in capitale sociale e infrastrutture».
Al contrario, i Paesi con alto debito, «come Francia, Italia e Spagna», devono gradualmente ricostituire i «fiscal buffers», gli ammortizzatori fiscali . «L’impegno credibile a ridurre il debito nel medio termine è particolarmente importante in Italia, dove debito e esigenze di rifinanziamento sono ingenti».
Gli Stati Uniti sono visti in frenata dal 2,9% del 2018 al 2,1% del 2020 e, tuttavia, l’anno prossimo potrebbero fare meglio di quanto si prevedeva a luglio (1,9%). La Cina frena al 6,1% quest’anno e al 5,8% il prossimo. La Germania rallenta allo 0,5% nel 2019, con una ripresa all’1,2% nel 2020, che resta dello 0,5% più bassa rispetto alle stime precedenti. L’Eurozona nel suo complesso frenerà all’1,2% quest’anno per tornare all’1,4% il prossimo.