AGI – Roma, Venezia, Milano, Torino, Bologna: i fiumi delle principali città italiane sono stati tinti di verde da Extinction Rebellion, “con un colorante innocuo, per denunciare l’ennesimo fallimento politico della COP28 e dei governi mondiali nel contrastare la crisi climatica e la sesta estinzione di massa”, è scritto in un comunicato. “Tra qualche ora, queste acque torneranno come prima. Nel frattempo, mentre i governi parlano, contiamo i danni e le vittime di continue alluvioni e incendi”.
A Torino e a Milano, una casa “affondata” è comparsa nelle acque verdi del Po e dei Navigli, mentre a Venezia alcune persone si sono appese con imbraghi al ponte di Rialto, sopra le acque verdi del Canal Grande. A Bologna alcuni canotti sono stati rilasciati nel famoso canale del Reno che passa in centro città, noto come “la piccola Venezia”. A Roma, l’isola Tiberina è stata circondata dalle acque verdi del Tevere. A Milano in particolare il Naviglio Grande si è tinto di verde mentre una casa di cartapesta “affondava” tra le acque e dal ponte Alda Merini e uno striscione urlava “il governo parla, la Terra affonda”. Le attiviste hanno distribuito volantini cantando My Heart Will Go On dal film Titanic, rimando all’iceberg di fronte a noi che i governi continuano ad ignorare.
Alla protesta partecipa anche Debito per il Clima, la campagna mondiale che chiede la remissione dei debiti ai paesi del sud globale per agevolarne l’uscita dal fossile. “Il colorante usato” rassicura Paola da Venezia “è semplice fluoresceina. Un sale innocuo usato da idraulici come tracciante e addirittura per segnalare la posizione di subacquei dispersi in mare”. Infatti quando lo scorso maggio per errore venne sversata nel Canal Grande, gli esperti furono unanimi nell’escludere un pericolo per le persone e per fauna e flora. “
Tra qualche ora, queste acque torneranno come prima. Il colore dei nostri mari e dei nostri fiumi, però, continuerà a cambiare man mano che le temperature continueranno ad aumentare”. “Migliaia di persone si sono mobilitate in tutto il mondo per denunciare il fallimento della leadership mondiale e la beffa di un processo che dovrebbe avere come obiettivo la fuoriuscita dal fossile ed è invece presieduto da un petroliere e preso d’assalto dai lobbisti delle aziende petrolifere di tutto il mondo” dice Matilde, dalle rive del Po a Torino.