Che il mondo delle auto elettriche sia complicato lo hanno capito senza ombra di dubbio i dipendenti della Fisker, la start up statunitense fondata nel 2016 e specializzata proprio nei veicoli a zero emissioni. Nella giornata di oggi il costruttore a stelle e strisce ha dovuto dichiarare fallimento confermando le fosche previsioni che erano emerse nel corso degli ultimi periodi complici gli scarsi risultati di vendita del SUV Ocean.
Una fine annunciata
Che le cose non andassero bene per la Fisker era noto a tutti. La start-up fondata da Henrik Fisker aveva chiuso il 2023 con una perdita enorme, pari oltre 463 milioni di dollari nel quarto trimestre. Questo tremendo dato ha costretto la Casa ad annunciare una riduzione del 15% della forza lavoro, allo stop alla produzione per ben 6 settimane e, soprattutto, ad una mossa disperata: la riduzione del prezzo di vendita del SUV Ocean per cercare di resistere.
Il veicolo della Casa, infatti, ha subìto un netto taglio al prezzo di listino pari al 39% rispetto al costo originario. Se il modello base del SUV Ocean Sport, vettura con una autonomia pari a 370 km, in origine era in vendita al prezzo di 38.999 dollari, dopo la decisione del costruttore il prezzo proposto al mercato è stato di 24.999 dollari. Tagli, questi, che si sono rivelati ancora più importanti per le versioni top di gamma fino a sfiorare i 24.000 dollari.
Per cercare di salvare il salvabile l’azienda ha provato di tutto. Oltre ai tagli dei prezzi di listino della Ocean, e alle inevitabili diminuzioni della forza lavoro, i manager della società hanno disposto la chiusura della sede principale a Manhattan Beach, in California, e della rete di assistenza su tutto il territorio statunitense. Una beffa quest’ultima nei confronti di quegli acquirenti che hanno dato fiducia al marchio.
Nessun accordo con altri costruttori
I debiti enormi accumulati dalla Fisker non hanno lasciato altra scelta alla start-up americana di procedere con la richiesta di Chapter 11, presentando quindi formale istanza di fallimento in Delaware, dichiarando beni tra i 500 milioni e il miliardo di dollari, passività tra i 100 e i 500 milioni di dollari e un numero di creditori tra i 200 e i 999. Cifre, queste, che fanno intuire le dimensioni del disastro. Ma non è tutto.
Per la Fisker il problema maggiore è derivato dagli scarsi risultati di vendita ottenuti dal SUV Ocean. La vettura realizzata dalla Magna sarebbe stata realizzata in 10.000 esemplari, ma di questi ne sarebbero stati venduti meno della metà. Un risultato disastroso che si è aggiunto anche ai numerosi problemi di affidabilità riscontrati sia dagli acquirenti che dalle riviste specializzate spesso rimaste ferme nelle prove su strada.
La start-up fondata nel 2016 aveva cercato anche una alleanza in extremis con la Nissan per cercare di continuare la produzione della Ocean ma, come si può facilmente intuire, il matrimonio non si è mai celebrato e per la Fisker non c’è stata altra strada da percorrere se non quella di procedere alla richiesta di fallimento e mettere così fine ai propri progetti ambiziosi di allargamento della gamma ed espansione anche nel mercato europeo.