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Fine vita: Marco Cappato assolto, il fatto non sussiste

Dic 23, 2019

sentenza a milano

Assoluzione per l’esponente dei radicali era imputato per aiuto al suicidio per la vicenda di dj Fabo, accompagnato a morire in Svizzera nel febbraio 2017

23 dicembre 2019


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L’attivista dei Radicali italiani Marco Cappato abbraccia la fidanzata di DJ Fabo, Valeria Imbrogno, durante l’udienza del processo in cui e’ indagato per aiuto al suicidio

1′ di lettura

La Corte d’Assise di Milano ha assolto Marco Cappato con la formula «perché il fatto non sussiste». L’esponente dei radicali era imputato per aiuto al suicidio per la vicenda di dj Fabo, accompagnato a morire in Svizzera nel febbraio 2017.

Nel chiedere l’assoluzione, l’accusa aveva ricordato la recente sentenza della Corte costituzionale, spiegando che nella vicenda ricorrono tutti e 4 i requisiti indicati dalla Consulta, che ha tracciato la via sulla non punibilità dell’aiuto al suicidio.

«Ho agito per libertà di scelta e per il diritto di autodeterminazione individuale», ha detto Cappato, che durante il processo ha ricevuto la notizia della morte della madre, malata da tempo.

«È una sentenza davvero importante e penso che sulla scorta delle decisioni di questi e altri giudici si possa finalmente dare una legge a tutti quelli che sperano». Questo il commento del procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano che insieme alla collega Sara Arduini ha rappresentato la pubblica accusa nel processo a Marco Cappato. I due pm hanno chiesto l’assoluzione dell’esponente dell’associazione Luca Coscioni.

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