• 3 Febbraio 2025 15:52

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Fiat, un clamoroso ritorno: l’icona che fa battere il cuore

Feb 3, 2025

“Guarda le solite cose con occhi insoliti”. Parole che risuonano nell’anima. Chi le pronunciò? Ludovico Magistretti, per tutti Vico, uno dei più importanti designer-architetti del Novecento. Un’archistar inconsapevole, prima che il termine diventasse di moda. Proprio questa filosofia ispira il progetto della nuova Fiat 126, opera di Ma-De Studio, agenzia comasca. Una versione 2.0, piccola e risoluta, che conserva lo stesso animo “pimpante” dei bei vecchi tempi. Anche a cinque anni dalla sua nascita, il restyling su tela (pardon, su display) resta un esercizio stilistico da ricordare. E, chi può dirlo, magari un giorno influenzerà la Casa del Lingotto.

Una nuova era per la city car

1972, Salone di Torino. In un periodo di cambiamenti, la 500 passa il testimone. Mentre il mercato automobilistico evolve, occorre dare un messaggio. Il pubblico pretende sempre di più, a livello di prestazioni e comfort. In termini di sicurezza e inquinamento, il Governo e l’Unione Europea alzano l’asticella. Seppur grato per il successo riscosso, nel comprensorio di Mirafiori il passato viene gettato alle spalle. A malincuore, i manager decidono di congedare la Cinquina, lasciandole aperta una porticina, casomai la situazione cambiasse in futuro. Ma il presente impone una svolta, a partire dal nome. E così, il sipario si squarcia, segnando un nuovo inizio.

Fonte: Ufficio Stampa Ma-De StudioLa Fiat 126 Vision riprende le forme squadrate dell’originale

All’evento approda per ammaliare. Scende come una diva dallo yacht, tra sguardi ammirati e riflettori puntati. Lo sa anche lei: riempie l’atmosfera con la sua energia seducente e magnetica. Una sola promessa: nulla sarebbe più stato come prima nella mobilità urbana. Già colonizzato da vetture di fama, dalla Renault 4 alla Citroën 2CV, il “villaggio delle city car” si prepara a un’invasione a tinte italiane. Per il Belpaese è il momento di tornare a risplendere.

Sulla scia di quell’epoca nasce la Fiat 126 Vision. Un rendering che, per stessa ammissione degli autori, ha funzione celebrativa. “Il concept non perde la sua identità, ma anzi la rafforza”, recita la nota sul sito ufficiale. Quello di “uno dei modelli di maggior successo, con quasi 4,7 milioni di unità prodotte”.

Design che parla cubista

Che somigli all’originale è innegabile. Guardate al cofano e al tetto piatti, o ai fari squadrati. E le forme? Sembrano opera di Pablo Picasso o di Georges Braque, illuminati esponenti del cubismo. Non un azzardo stilistico, bensì un omaggio a vetture che hanno fatto la storia. La Citroën C3 Aircross, la Toyota FJ Cruiser e la Jeep Renegade ne hanno ribadito il fascino. Prima c’è stata la Fiat 126, che ha insegnato come stare al mondo.

Un dettaglio fa, però, la differenza: il tocco personale degli autori. Andrea Della Vecchia e Woody Chui, co-fondatori di Ma-De Studio, potrebbero anche aver preso spunto dalla loro specialità: gli articoli da viaggio, valigie incluse. Curioso a dirsi, considerando l’incredibile attenzione per i dettagli. Gli specchietti retrovisori, ad esempio, integrano in modo originale le luci di direzione. E quel ramo cromato, così “old style”, è una perla. Al contrario, le luci diurne a LED e il paraurti cromato nella zona anteriore spariscono dalla carrozzeria. E le linee appaiono più essenziali.

Fonte: Ufficio Stampa Ma-De StudioLa Fiat Vision 126 è solo un concept… per ora

Sul retro, invece, i fanali sono un richiamo diretto alla Fiat 500 di ultima generazione. Il logo di allora – quello dei quattro rombi inclinati per intenderci – cede spazio alle lettere maiuscole del nuovo. E per chi ama i dettagli tecnici, dietro i cerchi da 20 pollici si celano i freni Brembo, con le inconfondibili pinze rosse. Non un mero vezzo estetico, quanto piuttosto un segnale di sportività. Le frenate diventano precise e reattive, nello stile di una vettura ad alte prestazioni. Più la analizziamo, più ci conquista.

Il vero coup de théâtre, però, è lì, silenzioso sulla parte destra. Lo avete individuato? È l’assenza del classico bocchettone. E ciò significa una cosa sola: la presenza del motore elettrico. Un cambio di rotta inevitabile, scritto nero su bianco nelle direttive europee E il bicilindrico raffreddato ad aria di derivazione della Cinquina non supererebbe il varo. I progettisti fanno a meno di indicare quale monterebbero: la scelta più ovvia, se uscisse oggi, sarebbe quello della 500e da 118 CV. Sì, se uscisse…

Tra sogno e realtà

Alle condizioni attuali, sfociamo nelle fanta-auto. Difficile storcere il naso davanti al powertrain, visti i tempi. Pensate alla Renault 5, tornata in veste elettrica. Alla pari della 126, debuttò nel 1972. Presto o tardi, il confronto verrà forse riproposto, un avvincente duello a colpi di neutroni. Una battaglia che, ça va sans dire, si disputerebbe anche sul prezzo: circa 30.000 euro. Come la 5 E-Tech, e come la 500e. Il cerchio si chiude. Fantasia o lungimiranza? Ma cosa sono i sogni, se non progetti non ancora disegnati, attese che scalpitano per diventare realtà? E poi, le parole di Della Vecchia sono un invito a lasciare travolgere dall’entusiasmo:

“Ho sempre avuto una passione per le auto e la quarantena mi ha dato la possibilità di rallentare, lavorando per la prima volta a un progetto di Car Design, ha dichiarato Della Vecchia a Elle Decor. “Con il mio assistente Giuseppe Cafarelli, abbiamo progettato questo concept completamente elettrico a 4 posti della nuova Fiat 126 Vision. Un gioco e un piccolo sogno, ma come ha scritto qualcuno… ‘Se non costruisci il tuo sogno, qualcun altro ti assumerà per aiutare a costruire il proprio’.

Ho deciso di disegnare questo modello specifico per molte ragioni, ma soprattutto per un valore emotivo: era l’auto di mia zia e una delle prime auto che ho guidato. Nessun servosterzo o assistenza alla guida. Solo il volante, lo sterzo, le ruote e la strada. Non posso dimenticare quanto ho sudato d’estate per parcheggiare l’auto a Roma. Il secondo motivo è perché amo il design, moderno, tagliente e sobrio allo stesso tempo della 126 originale”.

Nel frattempo, il web si riempie di paragoni e nostalgici commenti. “Adoro la nuova versione di Fiat 126p! – scrive un’appassionata su Instagram – Anche quella vecchia era carina e mia madre ne ha presa uno giallo quando ha superato la patente. Vengo dalla Polonia e avevamo una fabbrica Fiat nella mia città natale, Bielsko-Biala!”. In Polonia, dove la 126 è sempre stata prodotta fino al 2000, la chiamavano affettuosamente Maluch. Una “bambina” solo all’apparenza: tenera e carina, ma capace di imprimere la sua impronta. Con il carattere di una grande.

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