“Velocità fango e gloria”. Cairoli se lo è impresso nella pelle quando ha deciso che sarebbe stato la sua ragione di vita, oltre che una passione sin dall’infanzia. Un tatuaggio, una missione. “È quello che racchiude il motocross quando fai questa scelta: bisogna essere veloci, il fango farà parte di te, la gloria è quello che cerchiamo tutti in questo sport”, commenta dal motorhome 222. Una storia di passione, fatica e vittorie la sua. Ma ancora una volta, quest’anno, non è lui a salire sul podio. Siamo a Loket, nella Repubblica Ceca, alla tredicesima tappa del MxGp. È Nagl a sorprendere e a salire sul gradino più alto, Gajser secondo, terzo Febvre: prelevati dalla premiazione, fanno il giro d’onore a bordo dell’Italiano Fullback, l’ultimo arrivato tra i veicoli commerciali della gamma Fiat, sponsor ufficiale. È la passione, la determinazione e il dinamismo ad aver avvicinato il marchio a questo sport. Il veicolo promette divertimento al volante oltre che capacità. Dunque, alla fine di ogni gara, per festeggiare i campioni, una passerella in stile tricolore, a tutta grinta e dinamicità. Applausi, urla e bagno di folla, foto e video. Protagonista, insieme ai finalisti, la 4×4 in versione motocross firmata Garage Italia Customs.
Cairoli è fuoriscena quando i riflettori sono puntati sulla sfilata. Settimo posto in classifica per lui. “Questa è la prima giornata con la 350: non avevo fatto ancora partenze con questa moto. Non ero al top”, confessa. Un circuito importante in cui è indispensabile partire davanti per non perdersi nel recupero. “È una pista monotraiettoria, una delle più importanti del circus. Ho fatto sempre delle gare mediocri qui”, dice l’otto volte campione mondiale. Nasce su altri tipi di tracciato e combattere sul duro per lui è più difficile, ma è noto a tutti come abbia portato nel mondiale una leggerezza di guida mai vista prima.
Per la quattordicesima tappa, invece, la storia potrà essere un’altra: giocherà “in casa”, a Lommel, lì sulla sabbia dove è diventato un professionista e negli ultimi anni non ce n’è mai stato per nessuno. Potrebbe raggiungere la terza vittoria dell’anno, dopo questi infortuni che l’hanno fatto penare. “Adesso sto bene, ma questi incidenti non mi hanno permesso un allenamento adeguato. Ora siamo in fase di test, la 350 sta avendo delle evoluzioni anche in vista del prossimo anno. Saremo di nuovo pronti per la nuova stagione”.
È amareggiato ma quasi se l’aspettava: razionale e da sempre stacanovista sulla pista, il suo talento – prestazioni sul lungo comprese – finora l’ha sviluppato anche grazie ad allenamenti duri e puri, a parecchi sacrifici. “Bisogna dire no a tantissime cose. Il motocross non è il MotoGp, non è uno sport su strada. È lo sport più duro che c’è nel mondo dei motori. La pista varia ad ogni giro, e per ogni tappa bisogna trovare un circuito simile per allenarsi. Bisogna stare con i piedi per terra”.
Da questo presa di coscienza, in passato, la scelta del tatuaggio, di “sposare il fango”, di scalare la vetta. Un pensiero che oggi scorre veloce e che gli proietta davanti un’altra grande passione. “Adoro le auto. Spero di cimentarmi nel rally, ma vorrei provare anche la formula 1… Ci stiamo organizzando con Redbull”. A chi attende con ansia di vederlo salire sulla Fullback al podio – che nelle prossime tappe continuerà a trasportare i vincitori -, invece, risponde: “Fiat è un orgoglio italiano, un’ottima cosa averla come sponsor del MxGp. La proverò. È un’auto aggressiva, utile anche nel motocross, l’enduro, per il trial”. Superstizioso?