Stellantis ha annunciato la sospensione della produzione nell’impianto industriale di Mirafiori per l’intero mese di dicembre 2024. La decisione impatta circa 1.300 lavoratori che saranno messi in cassa integrazione. L’assemblaggio della Fiat 500 elettrica terminerà il 2 dicembre e riprenderà solo l’8 gennaio 2025, dopo la pausa natalizia. Continua l’andamento singhiozzante della citycar alla spina del colosso torinese, che per tutto il 2024 ha dovuto fare i conti con una domanda troppo bassa per garantire stabilità a chi lavora nella grande fabbrica piemontese, che vige in uno stato di apprensione non indifferente per quanto riguarda il domani.
Fiat 500 elettrica: la domanda non decolla
Come dicevamo, la causa principale della scelta di fermare la produzione a Mirafiori è la scarsa domanda della 500 elettrica. Il segmento delle city car elettriche ha subito una forte contrazione in Europa, con un calo del 54% nei primi 10 mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Anche in Italia, il mercato delle auto elettriche è ancora limitato, con una quota di mercato del 4%. Stellantis ha giustificato la sospensione della produzione come una misura necessaria per affrontare la difficile situazione del mercato. L’azienda ha sottolineato che la scelta di produrre la nuova 500 ibrida a Mirafiori, prevista per la fine del 2025, dimostra la responsabilità sociale del marchio.
Tuttavia, i sindacati hanno espresso forte preoccupazione per la situazione a Mirafiori. Lo stop produttivo riguarda solo le carrozzerie, mentre gli altri comparti della fabbrica continueranno a lavorare regolarmente fino al 18 dicembre. Ma i sindacalisti temono che il 2025 possa essere un anno ancora più difficile, con la nuova 500 ibrida in arrivo solo a fine anno.
La preoccupazione dei sindacati
Edi Lazzi e Gianni Mannori, rispettivamente segretario generale della Fiom Cgil di Torino e responsabile Fiom di Mirafiori, hanno definito la situazione “drammatica“. Entrambi hanno sottolineato che il ricorso agli ammortizzatori sociali è in continuo aumento e che il 2025 sarà il diciottesimo anno consecutivo in cui questi strumenti vengono utilizzati a Mirafiori.
Inoltre, i sindacati lamentano la mancanza di un confronto costruttivo con Stellantis. Accusano l’azienda di non aver avviato un vero negoziato con i rappresentanti dei lavoratori e chiedono un confronto finalizzato ad attirare nuovi investimenti a Torino e a Mirafiori per garantire la continuità produttiva e occupazionale. Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, ha evidenziato il paradosso della situazione: da un lato il governo taglia le risorse al fondo automotive, mentre dall’altro Stellantis non fornisce garanzie produttive e occupazionali.
La Fiom-Cgil, invece, chiede un intervento del governo per affrontare la crisi del settore automotive. Lodi ha sollecitato la Presidente del Consiglio a convocare un tavolo a Palazzo Chigi per discutere la situazione e trovare soluzioni concrete. La situazione a Mirafiori evidenzia le difficoltà che il settore automotive sta attraversando in Italia, in particolare per quanto riguarda la transizione verso l’elettrico. La scarsa domanda di auto elettriche, unita alla mancanza di investimenti e di una strategia industriale chiara, rischia di compromettere il futuro dell’industria automobilistica italiana. Vedremo se già a partire dal prossimo anno, ci sarà qualche sprazzo di luce in più in mezzo a questo tremendo buio.